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Mostre: a Parigi mille giocattoli e loro storia

(Keystone-ATS) Dalla bambolina in terra cotta del primo secolo avanti Cristo, al famoso ‘Teddy bear’ creato dalla tedesca Margarete Steiff nel 1902, fino al modellino della Aston Martin di James Bond confezionato nel 1966 per il principe Andrew, secondogenito della Regina Elisabetta II. O ancora gli eroi di Star Wars e dei Pokemon: mille giocattoli e la loro storia, dall’antichità ai giorni nostri, specchio del mondo occidentale e delle sue evoluzioni, sono in mostra al Grand Palais di Parigi fino al 23 gennaio.

“Il gioco non è un semplice oggetto: è il nostro sguardo sulla società, è un legame affettivo”, spiegano i curatori della mostra, dal titolo ‘Des jouets et des hommes’ (Giochi e uomini), Bruno Girveau, della Scuola delle Belle Arti, e Dorothee Charles, del Museo delle Arti Decorative di Parigi. L’attenzione è focalizzata sull’aspetto sociologico dei giochi: la loro importanza nell’educazione fin dalla nascita e i rapporti che i bambini hanno con la riproduzione in miniatura del mondo dei grandi, che mimano e prendono a esempio.

Fondamentale è la distinzione dei giochi in base al sesso: “è un dato di fatto – ha detto Girveau – maschi e femmine giocano con giocattoli differenti e ancora oggi sono educati secondo stereotipi quasi ancestrali. L’identità dei bambini è condizionata dai genitori e dalle convenzioni sociali, e traspare chiaramente nel mondo dei giochi”. Da una parte c’è la vita in rosa, con la casa e le bambole; dall’altra quella in blu fatta di automobiline, trenini, barchette, aeroplanini, soldatini e astronauti. I giochi sono più o meno evoluti con il passare delle epoche: “Per esempio – osserva la Charles – è sorprendente come il corpo di certe bambole non sia cambiato dall’antichità, così come quello degli animali. C’è stata un’evoluzione dei materiali ma non delle forme”. Inoltre i giocattoli hanno da sempre avuto lo statuto di regali e vengono offerti in occasione di feste religiose o per un anniversario. I media e in particolare il cinema hanno influenzato il pianeta dei giochi nel XX/o secolo.

Tra i giocattoli in mostra ci sono quelli fabbricati in serie e quelli d’eccezione, come il magnifico cavallino a triciclo di una noto marchio francese, o una bambola molto rara del 1880 con un collier di perle preziose; quelli prodotti dalle grandi aziende internazionali, e quelli realizzati da artisti come Alexander Calder. Arrivano da istituzioni prestigiose europee e americane e da collezioni private. È curioso scoprire che la bambola esisteva dall’antichità (era in terracotta al tempo degli egizi, in lino e legno nel medioevo) e aveva lunghe gambe come Barbie (1959). E che la prima bambola parlante francese è del 1893, si chiamava Lioretgraph – era fatta sul modello di quelle dell’americano Thomas Edison del 1889 – e diceva “Sono contentissima, mamma mi ha promesso di portarmi a teatro, sentirò cantare, tralala”. Mentre i bambini giocavano con la trottola già cinque mila anni fa.

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