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MPC promuove accusa contro tre membri del Consiglio islamico

Musulmani in preghiera presso il centro islamico di Bienne KEYSTONE/LAURENT GILLIERON sda-ats

(Keystone-ATS) Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha promosso un’accusa contro tre alti membri dell’associazione Consiglio centrale islamico della Svizzera (CCIS/IZRS) al Tribunale penale federale (TPF).

Gli imputati sono sospettati di aver violato la legge federale che vieta i gruppi “al-Qaida” e “Stato islamico”, nonché le organizzazioni associate.

Si tratta del presidente dell’IZRS Nicolas Blancho, del responsabile della comunicazione Qaasim Illi e Naim Cherni, un tedesco membro dell’associazione islamica che vive a Berna. L’MPC aveva già aperto un procedimento penale contro Cherni e ignoti nel dicembre del 2015 con le stesse accuse promosse oggi.

A Cherni, responsabile del “dipartimento per la produzione culturale” dell’IZRS, si contesta di aver effettuato video in Siria con un alto rappresentate di al-Qaida in Siria, Abdallah al-Muhaysini, tra fine settembre e metà ottobre 2015, spiega l’MPC in un comunicato odierno. Le registrazioni sono state utilizzate successivamente per mettere in scena in modo propagandistico il rappresentante dell’organizzazione terroristica vietata. Concretamente, uno di questi filmati era stato proiettato a inizio dicembre del 2015 a Winterthur (ZH) dall’IZRS.

Due video approvati da Illi, capo del “dipartimento per le relazioni pubbliche e l’informazione” dell’IRZS, sono stati pubblicati anche sulla piattaforma di Internet Youtube. Sono stati poi attivamente pubblicizzati dai due membri dell’associazione e dal presidente dell’IZRS tramite i social media e in occasione di una manifestazione pubblica, precisa l’MPC nella nota.

Ai tre si contesta di aver offerto un’importante piattaforma plurilingue e multimediale all’alto rappresentate di al-Qaida per “esibire la sua persona e fare la propaganda dell’ideologia dell’organizzazione terroristica”.

Secondo il Ministero pubblico della Confederazione è dimostrato che al-Qaida ha potuto in tal modo “rafforzare la sua attrattiva a livello mondiale per i suoi membri e sostenitori, acquisiti o potenziali”, e di conseguenza “promuovere lo sviluppo delle sue attività criminali”.

Il rinvio a giudizio attesta il perseguimento penale sistematico di tutte le persone che in Svizzera tentano di partecipare al terrorismo jihadista o di sostenerlo con mezzi di propaganda, si afferma nel comunicato. Attualmente il Ministero pubblico della Confederazione, coadiuvato dall’Ufficio federale di polizia (fedpol), gestisce circa 60 procedimenti penali legati al terrorismo jihadista. Nella maggior parte dei casi si tratta di “sospetto sostegno propagandistico a organizzazioni terroristiche”.

L’MPC presenterà le proposte di sanzione dinanzi al TPF a Bellinzona. Fino alla decisione passata in giudicato gli imputati godono, come sempre, della presunzione d’innocenza, ricorda il Ministero pubblico della Confederazione.

IZRS: procedimento “motivato politicamente”

Il Consiglio centrale islamico della Svizzera apprende la notizia “senza preoccupazione”, scrive Qaasim Illi, contattato dall’ats. La promozione dell’accusa non è una sorpresa. L’associazione ha sempre respinto i sospetti a carico di suoi membri.

Se l’IZRS viene accusato di fare propaganda, allora è stata fatta “contro lo Stato islamico, ma sicuramente non a favore di al-Qaida”. Illi definisce le accuse “paradossali”. Descrive inoltre tale procedimento “motivato politicamente” e “sensazionalistico”.

L’associazione ritiene di avere il diritto di effettuare interviste con personalità rilevanti nel contesto della “rivoluzione siriana”, sosteneva l’IZRS in una precedente presa di posizione.

Il Consiglio centrale islamico della Svizzera sostiene di contare attualmente circa 3900 membri. Ciò corrisponde più o meno all’1% dei musulmani che vivono nella Confederazione.

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