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Musica: buon compleanno Mina, la tigre di Cremona compie 75 anni

(Keystone-ATS) Buon compleanno Mina!

È un coro – anticipato già ieri dai principali notiziari radiofonici e televisivi – l’augurio che il mondo dello spettacolo fa ad Anna Maria Mazzini, meglio dire Mina, ovvero la “Tigre di Cremona”, che oggi compie 75 anni. Una regina della canzone e dello spettacolo che ancora oggi dal suo “buen retiro” di Lugano, dove si è rifugiata diversi anni fa, continua a farsi sentire, a cantare, duettare e incidere album, e a far sperare il pubblico televisivo italiano che ancora la vuole vedere in azione. Una carriera senza fine, quella di Mina, alimentata da quella che è stata considerata la voce più bella della musica italiana.

Una carriera che ha preso le mosse in Versilia, negli anni del boom economico, quando arrivano talenti del calibro di Adriano Celentano, Bobby Solo, Little Tony e Gianni Morandi. In Versilia, sul palco della famosa Bussola sale una giovanissima cremonese che inizia a cantare ed incantare. È il 1958. Quella serata sarà per Mina il trampolino di lancio verso una carriera di successi fatta di canzoni ma anche conduzioni di serate televisive.

La sua voce viene subito notata dal discografico Matalon, della Italdisc, che la ingaggia per tre anni e le fa incidere i primi 45 giri, e la porta a Sanremo nel 1960 con il brano “È vero”. Uno dietro l’altro ecco i successi con “Cielo in una stanza”, “Mille bolle blu”, “Città vuota”, “È l’uomo per me”. Il Paese canta con Mina, le copertine sui settimanali di costume e gossip si sprecano. E il gossip fa però anche la sua parte cattiva, perché Mina è sempre sotto osservazione, si perde quasi il conto dei flirt che le vengono attribuiti e le amarezze per l’artista non mancano.

Una grande storia d’amore c’è però, è quella con l’attore Corrado Pani, che era sposato, e l’Italia bacchettona di quei tempi questo non lo perdona a Mina. Specie perché arriva anche un figlio, Massimiliano. All’artista vengono chiuse in faccia le porte della tv, la stampa scritta non è da meno nel metterla all’indice. Forse comincia allora a prendere forma in Mina l’idea che prima o poi deve lasciare l’Italia. Per intanto però la sua grande voce fa giustizia delle critiche, e arrivano canzoni come “Grande, grande, grande”, “E poi…”, “Parole, parole”, “Insieme”, “Amor mio” e “Io e te da soli”.

Per non dire di *Se telefonando”, testo di Maurizio Costanzo e diventato un grande successo nel 1966, un brano ancora oggi riproposto come cover e non a caso all’ultimo Festival di Sanremo – riproposto da Nek – ha vinto nella serata dedicata alle cover. Mina è famosa anche in America, e Frank Sinatra non nega che la vorrebbe con sè sul palco. Sul piccolo schermo è la protagonista di programmi che fanno ascolti notevoli e sono un appuntamento imperdibile per gli italiani: “Canzonissima”, “Studio Uno” e “Teatro 10”, affiancando figure artistiche di spessore come Walter Chiari, Johnny Dorelli, Alberto Lupo, Don Lurio e Raffaella Carrà, con cui nel 1974 conduce “Milleluci”.

La sigla finale di quel varietà è “Non gioco più”, e solo a cose fatte ci sarà chi dirà che forse quella sigla era il suo messaggio criptico per annunciare l’addio alle scene. Ci sarà sì una serata nel 1978 ancora alla Bussola, dove tutto era partito, ma ormai Mina ha scelto di far calare il sipario. La sua voce sì, quella ancora c’è e viene proposta, quella storia continua, mentre la tv ormai non più. Anche se in tantissimi sperano non sia così, e tra gli artisti – a cominciare da Celentano – c’è sempre chi torna alla carica perché quella magia ci sia ancora.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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