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Nazionale: sì a divieto delle munizioni a grappolo

Questo contenuto è stato pubblicato il 21 dicembre 2011 - 11:31
(Keystone-ATS)

Anche la Svizzera deve impegnarsi a vietare le munizioni a grappolo: il Consiglio nazionale non ha voluto lasciarsi intimorire dalle minacce dello schieramento di destra sul futuro dell'artiglieria elvetica, e ha accettato con 143 voti a 37 di entrare in argomento.

Anche il tentativo di rinviare il dossier al Consiglio federale, con la richiesta di un rapporto sulle ripercussioni del divieto per l'artiglieria, è stato respinto con 128 voti a 56. L'oggetto torna quindi alla commissione della politica di sicurezza, che a debole maggioranza si era espressa contro il divieto. Ora dovrà pronunciarsi sulle modalità della revisione di legge, per permettere alla Svizzera di ratificare la convezione di Oslo.

Tale convenzione vieta completamente l'utilizzo, lo sviluppo, la produzione, l'acquisto, il trasferimento e lo stoccaggio di munizioni a grappolo. La Svizzera sarebbe tenuta a distruggere in un periodo di otto anni le scorte in possesso dell'esercito (200'000 pezzi). Si tratta di armi prodotte negli anni Ottanta e Novanta e costate 652 milioni di franchi. Costo della distruzione: 25-35 milioni.

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