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Neonati italiani vengono al mondo già con un debito di 31’700 euro

(Keystone-ATS) “Ciascun neonato in Italia si trova con un debito pubblico di 31’700 euro che sale a 90’565 per ogni famiglia”. È quanto denunciano i consumatori dopo la crescita del debito pubblico a quota 1901,9 miliardi di euro e chiedono alla Banca d’Italia e la Bce di cedere le riserve auree per 100 miliardi, frutto dei sacrifici degli italiani”.

In un comunicato congiunto le organizzazioni Adusbef e Federconsumatori rilevano come Bankitalia e Bce “che con i loro diktat dettano le loro condizioni all’Italia, come le banche con le clausole vessatorie nei contratti di durata, veri e propri ricatti sulla politica economica di macelleria sociale, pensioni, dismissioni e privatizzazioni che ricorda lo stile Goldman Sachs delle precedenti svendite del patrimonio pubblico spacciate per privatizzazioni, non possono continuare a difendere dai loro dorati fortini l’intangibilità delle riserve auree che devono essere vendute per ripianare parte del debito pubblico, producendo effetti deflattivi sull’oro, che ha raggiunto livelli storici attirando investimenti sul maggior bene rifugio, sottratto agli investimenti produttivi”.

“La Bce, la cui credibilità agli occhi dei risparmiatori è pari alle screditate agenzie di rating, ha il dovere di togliere il veto sull’intangibilità delle riserve auree per consentirne la dismissione di almeno il 25 per cento, come hanno già fatto tutte le altre nazioni europee, contribuendo al risanamento delle finanze pubbliche e correggendo le sue ultime errate decisioni di aumentare i tassi di riferimento” decidendo invece un taglio dello 0,75%.

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