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Nizza, flop sicurezza, opposizione attacca Hollande

Hollande (centro), il premier Manuel Valls (sinistra) e il ministro dell'interno Bernard Cazeneuve KEYSTONE/EPA REUTERS POOL/ERIC GAILLARD / POOL sda-ats

(Keystone-ATS) Da Charlie Hebdo a Nizza, passando per il Bataclan, una striscia di sangue lunga 18 mesi nel cuore della Francia. Il Paese, la politica e la società, hanno sempre stretto i denti, serrando le fila dell'”unità repubblicana”.

Ma la strage della Promenade des Anglais è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, e Hollande e il governo sono con le spalle al muro.

Troppi i flop, i misteri, le clamorose gaffe. Forse anche la cattiva stella e l’imprudenza, se soltanto poche ore prima che il camion di Nizza seminasse la morte, proprio Hollande aveva vantato la politica di sicurezza che aveva fatto fronte al terrorismo senza cambiare le abitudini dei francesi.

Ma rilassarsi dopo aver chiuso senza danni Euro 2016 è stato probabilmente fatale: “Se tutti i mezzi fossero stati utilizzati, l’attentato di Nizza non ci sarebbe stato”, sono state le prime parole del solitamente mite Alain Juppé, un segnale che la grande marcia unitaria del 13 gennaio – tutto il mondo a Parigi contro gli assassini di Charlie Hebdo – è lontana ormai anni luce.

Soltanto poche ore dopo aver confermato la fine dello stato d’emergenza prima della fine di luglio, Hollande è stato costretto a prorogarlo per altri sei mesi, ricorrendo poi al mantenimento dell’operazione militare Sentinelle, 10.000 soldati, con l’aggiunta del ricorso ai riservisti delle Forze armate e della gendarmeria. Un gesticolare scomposto, secondo i più, riassunto impietosamente da Georges Fenech, presidente della commissione d’inchiesta sugli attentati del 2015: dimostra “l’impotenza” e “l’accecamento” dell’esecutivo – ha detto – di fronte alla minaccia jihadista.

“Lo stato d’emergenza e l’operazione Sentinelle – ha aggiunto – non risolvono nulla, servono solo a rassicurare, è psicologico”. In questo clima, l’accusa di Marine Le Pen al governo di “non combattere il terrorismo” sembra quasi una critica costruttiva.

Nel mirino c’è soprattutto l’incredibile dinamica che ha portato un camion di 19 tonnellate ad arrivare sulla zona pedonale dove decine di migliaia di persone pensavano di essere al sicuro. Il dispositivo di sbarramento era lo stesso utilizzato un mese intero per proteggere le fan zone degli Europei di calcio.

Come è entrato il camion con Mohamed Lahouaiej Bouhlel alla guida? Il terrorista avrebbe avuto accesso nella zona protetta dichiarando di essere alla guida di un camion di gelati. Ancora meno problemi avrebbe avuto con il noleggiatore, dichiarando di aver bisogno del camion (frigorifero) per un “trasloco”.

La società che ha noleggiato il mezzo ha affermato che Bouhlel aveva tutti i documenti necessari per l’operazione (patente, autorizzazione per i camion e tre assegni). Il che suona strano se si pensa che il capo degli 007, Patrick Calvar, aveva detto nella sua audizione in Parlamento il 24 maggio che i terroristi stavano per passare alla strategia “delle autobomba”.

Mentre l’inquietante scenario post-stragi si ripete stancamente – prima dichiarazione di Hollande, poi il premier Valls e il ministro dell’Interno Cazeneuve, quindi le conferenze stampa dell’immancabile procuratore François Molins (al suo posto fin dai tempi del “killer di Tolosa” Mohammed Merah, era il 2012) – c’è chi insiste sull’ipotesi di un paese “sull’orlo della guerra civile”.

Il copyright dell’immagine è dello stesso Calvar. Nel sud della Francia, in regioni-roccaforte in mano all’estrema destra del Front National, molto radicato sul terreno, qualcuno teme rappresaglie di “ronde” contro la comunità musulmana. Praticamente una situazione ingovernabile, che ricorda da vicino gli scenari dello scrittore Michel Houellebecq.

Tra i tanti flop, persino la decantata app del ministero dell’Interno, che tutti hanno caricato sullo smartphone in Francia, non ha funzionato. La scritta su fondo rosso “Alerte Attentat” è apparsa soltanto tre ore dopo la strage della Promenade des Anglais.

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