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No a iniziativa UDC, la stampa si rallegra e loda il popolo

(Keystone-ATS) Il no del popolo svizzero all’iniziativa per l’attuazione delle espulsioni di criminali stranieri viene accolto con soddisfazione dalla stampa elvetica.

Molti commentatori non esitano a vedere nel voto una svolta, dopo i passati numerosi successi dell’UDC, e non mancano coloro che fanno collegamenti con la votazione sull’immigrazione di massa. Qualcuno però avverte: attenzione a onorare le promesse fatte.

Neue Zürcher Zeitung – Una volta ancora è andata bene. Lo stato di diritto non ha subito danni, la separazione dei poteri rimane intatta. Soprattutto gli stranieri possono tirare un sospiro di sollievo, non saranno confinati nel ghetto di una giustizia di prima e seconda classe.

Tages-Anzeiger – È stato un gran giorno per la Svizzera, uno terribile per l’UDC, battuta sul campo di casa, quello della politica degli stranieri. L’esito va collegato con quello del 9 febbraio 2014: allora molti votarono per l’iniziativa contro l’immigrazione di massa, sperando poi che in qualche modo ci si sarebbe messi d’accordo con l’Ue. Due anni dopo i cittadini hanno visto che non si è fatto un passo avanti. La disillusione ha fatto sì che questa volta i votanti abbiano affrontato il tema con più attenzione.

Basler Zeitung – Ieri non ha vinto la “società civile”, come ha detto qualcuno, bensì la fiducia di una maggioranza dei cittadini nei confronti della legge votata dal parlamento per mettere in pratica l’iniziativa sull’espulsione del 2010. Si tratta comunque solo di una vittoria con la condizionale: il voto potrà essere considerato un successo per la Svizzera solo se le persone e le loro proprietà si vedranno meglio protette.

Nordwestschweiz – La novità importante è stata l’interconnessione digitale degli oppositori all’iniziativa. Anche il denaro per inserzioni e manifesti è stato spesso raccolto attraverso il crowdfunding. È possibile che questo nuovo approccio sul lungo periodo possa fare la differenza e che l’UDC alle urne possa essere messa nell’angolo in materia di politica estera e degli stranieri.

Blick – Ora della Svizzera si può essere fieri un pochino di più di prima. Gli oppositori si sono finalmente attivatati: chi non si mobilita e non va a votare non può poi lamentarsi. Il voto ha mostrato che la Svizzera al di là dell’UDC si è finalmente svegliata: era ora.

Berner Zeitung – Ancora una volta da soli contro il resto del mondo: l’UDC fa una politica di opposizione, nonostante abbia conquistato un secondo seggio in Consiglio federale. La promessa fatta di assumere maggiore responsabilità e di muoversi nella concordanza non è stata onorata. La conferma si avrà in giugno: con il referendum contro la legge sull’asilo l’UDC silura un compromesso che prima aveva sostenuto.

St. Galler Tagblatt – Interessante è il modo in cui è stata sconfitta l’UDC: da una coalizione di partiti e organizzazioni, certo, ma soprattutto da un movimento popolare. Il voto potrebbe rappresentare una cesura nel funzionamento politico.

Neue Luzerner Zeitung – L’iniziativa ha mobilitato una forte opposizione nelle città e nelle cerchie accademiche: questa volta molti non si sono limitati parlare dicendo no, sono anche andati a votare.

Le Temps – Gli svizzeri hanno preferito la via della saggezza alla pirotecnica politica. La magia nera dell’UDC non ha funzionato. Era da tempo che il partito non sembrava così lontano dal popolo e dalle sue preoccupazioni. Sembra quasi che l’UDC faccia parte delle élite sconnesse dal popolo che lei stessa denuncia.

Le Matin – Il popolo ha detto no a un partito che trasforma il nostro paesaggio politico in campagna politica permanente. È stufo degli attacchi a ripetizione contro le istituzioni. La palla è ora nel campo dei giudici e dei cantoni: devono onorare gli impegni presi.

La Liberté – La Svizzera liberale e umanista può ringraziare l’UDC, perché il paese si è ritrovato capace di serrare i ranghi. La grande soverchieria voluta dal partito di Toni Brunner non è passata.

24 heures – Non si gioca con l’equilibrio del paese. A due anni dal 9 febbraio 2014 ha pesato l’impressione che l’UDC sollevi problemi ma non porti le necessarie soluzioni. Il paese si è risvegliato.

Le Nouvelliste – L’UDC è stata sconfitta, certo, ma a guardare bene è riuscita a dettare l’agenda politica. Il partito è solo contro tutti, ma adora questo scenario: ne trae la sua forza e non vi è ragione perché questo cambi. A meno che i partiti borghesi non imparino la lezione, decidendosi finalmente ad ascoltare il popolo e a considerare i suoi dubbi, le sue paure e i suoi bisogni.

Corriere del Ticino – L’UDC ha voluto forzare la mano e ha subito un’autorete, ma i contrari sbaglierebbero a considerare la sconfitta di giornata come una disfatta. Ora bisognerà vedere se il partito intende continuare a rilanciare il confronto alla stregua di una forza di opposizione o, come promesso, rientrare nei ranghi della concordanza.

La Regione – Si è anche voluto segnare in modo consapevole una svolta rispetto al voto “paralizzante” del 9 di febbraio 2014 contro l’immigrazione. Da qui a dire, come ha sostenuto il presidente del PPD Christophe Darbellay, che siamo di fronte a una svolta anti-UDC (“alla fine di un’era”) ce ne corre in ogni caso ancora un bel po’.

Giornale del Popolo – Un passo falso dell’UDC o una vera e propria inversione di tendenza? Troppo presto per dirlo, ma il popolo ha dato una volta ancora prova di grande maturità, decidendo sulla base di argomentazioni lucide e razionali.

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