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Obama: riparte con superspot sul Super Bowl

(Keystone-ATS) NEW YORK – Messo alle strette da un’opinione pubblica sempre più disamorata, Barack Obama invade il campo e riparla alla nazione con un maxi-spot sul Super Bowl a costo zero: il presidente ha accettato un’intervista esclusiva con la Cbs in onda nello show che precede la finalissima tra Saints e Colts, l’appuntamento sportivo dell’anno.
Il faccia a faccia con l’anchor Katie Couric, destinato ai cento milioni di spettatori armati di hot dogs e boccali di birra per il calcio di inizio della partita tra le squadre di New Orleans e di Indianapolis, è una mossa strategica che serve al presidente a riprendere in mano l’agenda e lanciare il pallone alla meta.
Attaccato come “un professore di legge, non un commander in chief” dall’ex barracuda della campagna 2008 Sarah Palin che ieri ai Tea Party di Nashville si è proposta come sua potenziale rivale alle presidenziali del 2012, criticato dai repubblicani tra sicurezza nazionale e politica economica e dai suoi stessi compagni di partito, nervosi per le elezioni di midterm, Obama ha urgente bisogno di un rilancio di leadership.
Domani per il presidente è un giorno cruciale, il primo test del nuovo Congresso in cui gli equilibri politici sono stati modificati dall’elezione suppletiva in Massachusetts che ha regalato al gruppo repubblicano il 41esimo senatore.
Sulla carta l’opposizione ha abbastanza voti per far deragliare con l’arma dell’ostruzionismo la ratifica la nomina di Craig Becker, un leader sindacale fortemente osteggiato dall’establishment industriale. “Guideremo il partito attraverso la tempesta”, ha detto ieri Obama ai parlamentari democratci che temono di finir vittima in novembre di candidati come Scott Brown in Masachusetts o come i governatori di New Jersey e Virginia che hanno mandato in pensione i governatori democratici in stati vinti nel 2008 dal presidente.
Il Super Bowl è la platea più adatta per parlare alla nazione, forse più del discorso sullo stato dell’Unione: un sondaggio ha mostrato che chi segue la partita ricorda più facilmente, per quanto riguarda l’anno prima, lo spot pubblicitario preferito piuttosto che il nome della squadra vincitrice.
L’evento sportivo più seguito dagli americani è una occasione ghiotta per le compagnie che desiderano mostrare i loro spot pubblicitari: la CBS ha venduto per tre milioni di dollari (per 30 secondi di spot) i 60 spazi pubblicitari disponibili durante il Super Bowl. Lo stesso Obama, che oggi appare in un ‘siparietto’ della National Football League, nel 2008, alla vigilia del SuperTuesday che lo confermò mattatore delle primarie contro Hillary Clinton, ne aveva approfittato per far trasmettere dalla Cbs un salatissimo spot elettorale: il ‘votate Obama’ di 30 secondi gli era costato 2,7 milioni di dollari, ma tradotto in consensi ne era valsa la pena.

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