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Obama non si ferma, Selma la mia fonte di ispirazione

(Keystone-ATS) Gli immigrati, i gay e le donne. La battaglia per i diritti civili del presidente americano, Barack Obama, va avanti. Deve andare avanti perché le discriminazioni e le diseguaglianze, anche economiche con una società americana sempre più spaccata, sono evidenti. Obama lo ha detto in un’intervista alla Cbs trasmessa all’indomani del discorso di Selma: teatro di eventi che sono stati “fonte di ispirazione” del presidente per il suo impegno in politica.

“Selma è la mia fonte di ispirazione”, quella che “mi ha spinto” a scendere in campo e “dedicarmi” al servizio pubblico: “quando ero giovane – confessa Obama – non avevo l’aspirazione a essere presidente. Intorno ai 20 anni ho iniziato a leggere sul movimento dei diritti civili e sono rimasto affascinato”.

E Obama si sente in parte frutto della marcia di Selma in quanto primo presidente afroamericano d’America: “siamo gli schiavi che hanno costruito la Casa Bianca” ha detto ricordando il Bloody Sunday. E ha sottolineati l’esperienza di vita vissuta dalle sue figlie, Malia e Sasha, che sabato hanno attraversato il ponte Edmund Pettus e hanno avuto l’onore di incontrare alcuni degli eroi di quello storico 7 marzo del 1965.

Ma la marcia – ammette Obama – è lungi dall’essere finita. Di sicuro negli ultimi 50 anni sono stati fatti progressi ma i fronti da combattere sono vecchi e nuovi. Se le discriminazioni razziali continuano ad alimentare il dibattito negli Stati Uniti, un dibattito “costruttivo” secondo il presidente, gli immigrati, le donne e i poveri sono le nuove barriere da abbattere.

Le donne “non sono cittadini di seconda classe”: un “mondo in cui sono trattate alla pari con gli uomini è un mondo più sicuro” mette in evidenza il presidente, celebrando la giornata delle donne. Da mesi Obama denuncia le disparità, soprattutto di salari delle lavoratrici. Così come da mesi cerca di portare avanti e convincere il Congresso ad agire sul fronte dell’immigrazione, legalizzando alcuni milioni di immigrati illegali che hanno determinati requisiti rafforzando, allo stesso tempo, le frontiere.

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