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Organi, mancano donatori, al via campagna di sensibilizzazione

D'ora in poi, la carta di donatore avrà una copia che servirà a informare i famigliari, sovente ignari della volontà del parente. Keystone/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Più persone dovrebbero dichiarare se intendono diventare donatori di organi. È l’obiettivo che si propone la nuova campagna denominata “Parliamone!”.

D’ora in poi, la carta di donatore avrà una copia che servirà a informare i famigliari, sovente ignari della volontà del parente.

Fino al 30 giugno scorso, ben 1496 persone si trovavano in lista d’attesa per ricevere un organo. Globalmente, gli organi richiesti erano 1542, di cui 1142 reni, 187 fegati e 87 cuori. Sempre nei primi sei mesi sono stati eseguiti 160 trapianti di cui 77 riguardavano i reni, 42 il fegato e 21 i polmoni.

Questi numeri, indica una nota odierna dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), responsabile della campagna lanciata oggi assieme a Swisstransplant, dimostrano che vi è carenza di donatori.

Dal 2011, infatti, la lista delle persone in attesa di trapianto (all’epoca 1074), non ha fatto che allungarsi. L’anno scorso il Parlamento ha sì deciso di rafforzare l’informazione al pubblico, ma ha respinto l’idea di trasformare ogni singolo individuo in un potenziale donatore.

Da qui l’idea della campagna volta a spingere la popolazione ad affrontare il problema, parlandone con parenti e amici, ed esprimendosi infine sulla volontà o meno di diventare donatori. La campagna si avvarrà di spot pubblicitari, cartelloni e annunci nei giornali. Non mancheranno incursioni sul web e nei social media.

Immancabile la diffusione di un opuscolo che dovrebbe agevolare la presa di decisione. Quest’ultimo conterrà una carta di donatore in cui il singolo dirà se intende o meno donare i propri organi una volta trapassato. Mediante questa carta si potranno specificare quali organi si è disposti a cedere designando nel contempo una persone di fiducia che dovrà decidere in ultima istanza sul dono.

Ciascuno è libero di scegliere, insiste l’UFSP. La carta di donatore (o una direttiva anticipata) consente di esprimere chiaramente le proprie volontà in materia. In assenza di un documento scritto, spetta ai parenti indicare la volontà del defunto, espressa oppure presunta. Senza carta né famigliari, il prelievo di organi è vietato.

Per facilitare il compito dei parenti rendendo una decisione meno problematica, la carta di donatore è stata concepita in doppio, allo scopo di informare per tempo proprio le persone più vicine. Stando a una prassi stabilitasi in Svizzera, se i parenti si oppongono al dono, nessun organo può venir prelevato.

In linea di principio, chiunque può diventare donatore di organi, purché non sia malato di tumore, soffra della malattia di Creutzfeldt-Jakob oppure di una setticemia incurabile. L’aspetto determinante è lo stato di salute e il buon funzionamento degli organi.

In Svizzera è proibita la vendita di organi come anche indicare un potenziale ricevente. I parenti, in caso di prelievo e trapianto, vengono tenuti all’oscuro sull’identità del ricevente.

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