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Organi in 3D per guidare bisturi dei chirurghi

La stampa in 3D entra in sala operatoria Keystone/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) La stampa in 3D entra in sala operatoria per guidare la mano dei chirurghi. Il rene malato di una paziente è stato riprodotto in tre dimensioni per studiare come rimuovere un pericoloso tumore posto in un punto delicatissimo dell’organo.

È successo all’Intermountain Medical Center di Salt Lake City, negli Stati Uniti.

I medici hanno usato il modello anatomico prima e durante l’intervento per trovare la migliore strategia chirurgica, riuscendo così a salvare il rene della donna, come riferisce lo stesso ospedale in una nota.

“La stampa in 3D ci ha permesso di pianificare meglio l’atto chirurgico e di mostrare alla paziente cosa avremmo fatto durante la rimozione del tumore per superare le difficoltà e salvare il rene”, spiega Jay Bishoff, direttore dell’Intermountain Urological Institute.

La complessità dell’intervento stava proprio nel riuscire ad asportare in sicurezza la massa tumorale che si era formata in un punto cruciale per l’attività del rene, ovvero in una regione posta tra un’arteria, alcune vene e il condotto (uretere) che convoglia l’urina verso la vescica. Le sole immagini della tac non permettevano di visualizzare completamente il modo in cui la massa tumorale era agganciata al rene.

Il modello dell’organo stampato in 3D rappresenta “un ulteriore strumento che consente ai medici di vedere l’anatomia in maniera diversa”, afferma Cory Smith, esperto dell’Intermountain Transformation Laboratory che ha prodotto il rene in 3D. “Sebbene questa tecnologia sia ancora agli inizi – aggiunge Bishoff – si tratta di un grande passo avanti verso l’impiego delle nuove tecnologie come la stampa in 3D per migliorare l’assistenza al paziente”.

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