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Pakistan: visita Hillary Clinton, vogliamo dialogo con la gente

(Keystone-ATS) ISLAMABAD – Hillary Clinton, che si trova a Islamabad per una serie di iniziative diplomatiche ed economiche, con un sostanzioso pacchetto di aiuti da mezzo miliardo di dollari, ha detto oggi di “volere un dialogo non solo tra i due governi, ma anche tra i due popoli”.
Il segretario di stato americano, attesa per domani alla Conferenza di Kabul, ha cercato di rassicurare la leadership pachistana sull’intenzione della Casa Bianca di cooperare anche in altri settori non militari che permettano uno sviluppo economico del Paese, stremato da anni di enormi spese militari per combattere i talebani e Al Qaida.
Gli attacchi dei droni della Cia e le sofferenze causate ai civili nelle aree di guerra hanno causato molto antiamericanismo nella societa’. Ora Washington vuole correre ai ripari e si impegna a favorire il benessere sociale.
Parlando ai giornalisti dopo un incontro con il ministro degli esteri, Shah Mehmood Qureshi (nell’ambito del cosiddetto “Strategic Dialogue”), la Clinton ha detto che gli Usa vogliono contribuire ad aumentare lo standard di vita dei pachistani e che, a questo proposito, sono stati discussi progetti nel settore dell’energia, della sanita’ e dell’istruzione, come riporta Geo News. Gli Usa, in particolare, hanno annunciato una serie di progetti per centrali elettriche e nell’acqua.
Si tratta di finanziamenti per un totale di 500 milioni di dollari, che rappresentano la prima tranche dei 7,5 miliardi di dollari in 5 anni stanziati dalla legge Kerry-Lugar varata lo scorso anno.
Le citta’ pachistane sono afflitte da una cronica mancanza di corrente elettrica. Di recente il governo ha siglato un accordo con la Cina per la costruzione di nuove centrali nucleari che ha sollevato i timori di proliferazione della Casa Bianca.
Secondo quanto riferisce Dawn News, Qureshi ha rassicurato il capo della diplomazia statunitense, precisando che “le centrali atomiche funzionano da 35 anni e non si e’ verificato nessun incidente. I nostri impegni sulla non proliferazione sono chiari e il programma nucleare e’ in mani sicure”.

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