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Papa: pregiudizio e interesse, luci fredde e strada in ombra

Papa Francesco KEYSTONE/AP/LUCA BRUNO sda-ats

(Keystone-ATS) Il Papa denuncia “la luce fredda e fatua del pregiudizio contro gli altri”, e quella “seducente e ambigua, dell’interesse personale”. E mette in guardia i cristiani dal “camminare nelle ombre”.

Lo fa prima di recitare l’Angelus dalla finestra dello studio su piazza San Pietro, davanti a una folla che la Gendarmeria stima in circa 25 mila persone.

Prima di congedarsi inoltre, il Papa ricorda la sua visita di ieri nella città ambrosiana. “A proposito di Milano – dice dopo aver citato ‘gli adolescenti del decanato Romana-Vittoria di Milano’ – vorrei ringraziare il cardinale arcivescovo e tutto il popolo milanese per la calorosa accoglienza di ieri. (…) veramente mi sono sentito a casa, e questo con tutti, credenti e non credenti, vi ringrazio tanto cari milanesi e vi dirò una cosa, ho costatato che è vero quello che si dice: ‘a Milan si riceve col cor in man’, grazie”.

L’atmosfera in piazza è festosa, e le persone si sottopongono con pazienza agli accuratissimi controlli della sicurezza.

Papa Francesco prima dell’Angelus commenta dunque il brano evangelico del cieco nato, per spiegare il significato di “essere illuminati”. “Che cosa significa – si chiede – camminare nella luce? Significa innanzitutto abbandonare le luci false: la luce fredda e fatua del pregiudizio contro gli altri, perché il pregiudizio distorce la realtà e ci carica di avversione contro coloro che giudichiamo senza misericordia e condanniamo senza appello. Eh – aggiunge – questo è pane di tutti i giorni, quando si chiacchiera degli altri non si cammina nella luce, si cammina nelle ombre”.

“Un’altra luce falsa, perché seducente e ambigua, – ha aggiunto papa Bergoglio – è quella dell’interesse personale: se valutiamo uomini e cose in base al criterio del nostro utile, del nostro piacere, del nostro prestigio, non facciamo la verità nelle relazioni e nelle situazioni. Se andiamo su questa strada di cercare solo l’interesse personale, camminiamo nelle ombre”.

“Ci comportiamo come il cielo nato”, spiega, “quando preferiamo affidarci a piccole luci, quando brancoliamo nel buio”, mentre comportarsi “come figli della luce” “esige un cambiamento, un cambiamento di mentalità, una capacità di giudicare uomini e cose secondo una altra scala di valori, che viene da Dio”. “Se adesso vi chiedessi – aggiunge – ‘credete che Gesù è il figlio di Dio? Credete che può cambiarvi il cuore, credete che fa vedere a noi la realtà come la vede lui, non noi, credete che è luce, ci dà la vera luce’, cosa rispondereste?. Ognuno risponda nel suo cuore”.

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