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Papa Francesco giunto in Paraguay

(Keystone-ATS) Il Papa, appena giunto in Paraguay, è stato accolto all’aeroporto con gli onori militari e da inni in guaranì, la lingua indigena riconosciuta come lingua ufficiale insieme allo spagnolo.

Il suo primo discorso pubblico in Paraguay lo ha tenuto davanti alle autorità e al Corpo diplomatico, nel Palazzo presidenziale di Asuncion, subito dopo aver fatto una visita di cortesia al presidente Horacio Cortes.

Papa Bergoglio ha ricordato che il Paese ha superato guerre e dittature, affrontate con coraggio, anche grazie ai tanti “paraguaiani sconosciuti, veri protagonisti della vita del popolo”.

“E voglio riconoscere con emozione e ammirazione – ha osservato il Pontefice – il ruolo svolto dalla donna paraguaiana in quei momenti drammatici della storia”.

Avendo probabilmente in mente i dopoguerra della guerra contro Argentina, Brasile e Uruguay del 1867-1870 e della guerra del Chaco, che ha opposto il Paraguay alla Bolivia dal 1929 al 1935, e la dittatura di Alfredo Stroessner, che ha annientato i diritti dei paraguaiani da 1954 al 1989, il papa ha ricordato che “sulle loro spalle di madri, mogli e vedove hanno portato il peso più grande, sono state in grado di portare avanti le loro famiglie e il loro Paese, infondendo nelle nuove generazioni la speranza di un domani migliore”.

“Mai più guerre tra fratelli, costruiamo insieme la pace”, “la pace della vita quotidiana, a cui tutti partecipiamo, evitando gesti arroganti, parole offensive, atteggiamenti prepotenti, e promuovendo invece la comprensione, il dialogo e la collaborazione”.

Per tutto questo, il papa latinoamericano considera il Paraguay capace di contrastare la “democrazia formale”: “Già da alcuni anni, – ha commentato papa Bergoglio, – il Paraguay è impegnato nella costruzione di un progetto democratico solido e stabile. È giusto riconoscere con soddisfazione i molti progressi fatti su questa strada grazie allo sforzo di tutti, anche in mezzo a grandi difficoltà e incertezze”.

Il Papa ha poi invitato a “potenziare il dialogo, specialmente nella attività pubblica”, ricordato le “necessità dei poveri”, e apprezzato gli sforzi del Paese “nel campo della educazione e della sanità”, e assicurato “l’impegno e la collaborazione della Chiesa Cattolica nello sforzo comune di costruire una società equa e inclusiva, nella quale si possa vivere insieme in pace e armonia”.

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