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Parigi: rifondare intelligence dopo flop attacchi

Riformare i servizi segreti dopo gli attentati di Paigini KEYSTONE/AP/THIBAULT CAMUS sda-ats

(Keystone-ATS) Gli attentati di Parigi del 13 novembre scorso sono stati “un fallimento” dei sistemi di intelligence, esterna e interna, dei servizi segreti francesi, oltre che del coordinamento tra forze di sicurezza.

Per una lotta efficace al terrorismo ora serve una vera rivoluzione del sistema, che aiuti lo scambio di informazioni e l’efficacia nel reagire a situazioni di emergenza. È il verdetto della commissione parlamentare d’inchiesta sugli attacchi, che dopo sei mesi di lavoro e di udienze ha presentato oggi il suo rapporto, e la sua proposta di riforma.

Primo punto importante secondo la commissione, guidata dai deputati (centrodestra) e Sebastien Pietrasanta (socialista), è la rifondazione dei servizi d’intelligence territoriali, che costituiscono il “primo circolo” del sistema di raccolta di informazioni e di rilevazione di “segnali deboli”, ma sono stati molto depotenziati da una riforma del 2008. È inoltre necessaria una razionalizzazione del coordinamento tra servizi antiterrorismo, da gestire attraverso un’entità amministrativa che abbia competenza sui diversi corpi delle forze dell’ordine. la nuova entità, che potrebbe chiamarsi Stato maggiore operativo per la prevenzione del terrorismo, integrerebbe i compiti dell’Unità di coordinamento per la lotta antiterrorista della polizia, ed estenderebbe il suo operato anche alla gendarmeria e agli altri corpi militari. Sempre per migliorare coordinamento e scambio di informazioni rapido e costante, la commissione propone di creare un’agenzia nazionale antiterrorismo, ispirata alla Nsa americana, e il rafforzamento della figura del coordinatore nazionale dell’intelligence, oggi poco più che un consigliere della presidenza della Repubblica, fornendogli poteri di decisione in termini di budget e maggiore ruolo operativo. Anche sul fronte degli schedari i deputati chiedono più condivisione, superando i database autonomi di ciascun servizio o corpo di polizia per crearne uno comune, come già esiste per le persone ricercate, in cui siano registrati gli individui a rischio.

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