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Parigi ricorda le stragi, Macron e Brigitte in lacrime

Il presidente Emmanuel Macron e la sindaca di Parigi Anne Hidalgo KEYSTONE/AP/FRANCOIS MORI sda-ats

(Keystone-ATS) Lo Stade de France, poi i bar, le birrerie, i bistrot. Infine il Bataclan. Parigi ricorda le stragi peggiori della sua storia, 130 morti e oltre 350 feriti, due anni fa.

Lo fa in silenzio e in raccoglimento, con il presidente Macron visibilmente commosso e la moglie Brigitte che non riesce a trattenere le lacrime. Intanto, mentre dal primo novembre la nuova legge antiterrorismo ha preso il posto dello stato d’emergenza, il capo dei servizi francesi avvisa: “La volontà dell’Isis di attaccare il nostro Paese rimane intatta”.

Emmanuel Macron e la sindaca Anne Hidalgo hanno dato il via – tra familiari delle vittime e superstiti – agli omaggi e ai ricordi fin dal mattino, con una visita allo Stade de France, all’esterno del quale risuonarono i primi boati dei kamikaze mentre era in corso l’amichevole Francia-Germania. Domani, le due nazionali si ritroveranno nuovamente di fronte, a Colonia, e celebreranno a modo loro il ricordo della tragica serata.

Nessuna delle autorità, da Macron in giù, ha preso la parola per discorsi o celebrazioni, preferendo il silenzio in segno di massimo rispetto. In prima fila, colui che era presidente quella sera, François Hollande, la premieèe dame Brigitte, e il ministro dell’Interno, Gerard Collomb. Dopo Saint-Denis, è stata la volta dei bar e dei bistrot dei quartieri est di Parigi, uniti dalla scia di sangue lasciata dai terroristi, dal “Carillon” al “Petit Cambodge”, da “La bonne bière” alla “Belle Equipe”.

Quindi, il Bataclan, la sala da concerti dove 1.500 persone erano stipate per lo spettacolo del gruppo americano Eagles of Death Metal e dove tre terroristi fecero una carneficina, lasciando 90 persone morte fra i sedili, molte altre ferite e tutti gli altri segnati a vita dalla più tragica delle serate.

Proprio lì, alla lettura dei nomi delle 90 vittime, stringendo la mano a superstiti e familiari inconsolabili, c’è stato il momento di massima emozione. “Presidente, soffro tutti i giorni, non vivo più” ha detto una madre a Macron, visibilmente commosso. Brigitte non ha trattenuto le lacrime.

Davanti al Bataclan c’era anche il gruppo Eagles of Death Metal, che ha improvvisato un miniconcerto nella strada proprio mentre centinaia di palloncini venivano lasciati e si allontanavano nel cielo di Parigi a ricordare le vittime. “I love you, je t’aime” ha gridato alla folla il cantante del gruppo, Jesse Hughes, finito anche lui in lacrime.

Tante le storie raccontate oggi, dai media o direttamente in occasione delle cerimonie. Come quella della ragazza che si è salvata al Bataclan barricandosi in un palco e spostando un pesante frigorifero per bloccare l’entrata ai terroristi; o quelle terribili degli 8 feriti che da quella sera di 24 mesi fa sono ancora ricoverati e non hanno mai lasciato l’ospedale.

Diverse le vittime o i familiari che hanno disertato le celebrazioni in segno di protesta. Come Michael Dias, figlio di Manuel Dias, l’autista del pullman che resta l’unica vittima delle esplosioni allo Stade de France. Il giovane ha rifiutato di salutare Macron: “Da quando ha soppresso il Segretariato per l’aiuto alle vittime non abbiamo più interlocutori”, ha detto.

“La volontà dell’Isis di attaccarci rimane intatta” ha detto in un’intervista il capo degli 007 francesi, Laurent Nunez. “L’Isis – ha aggiunto – chiede ai jihadisti di colpire nel loro luogo di residenza”. La minaccia, anche di passaggio all’azione con “mezzi rudimentali”, resta “molto forte”, ha aggiunto.

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