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Pedofilia: l’iniziativa di Marche Blanche fa il pieno

(Keystone-ATS) Ha fatto un pienone di voti l’iniziativa di Marche Blanche “Affinché i pedofili non lavorino più con fanciulli”, benché il parlamento abbia già adottato un inasprimento del Codice penale. Tutti i sondaggi la davano per accolta dal popolo, con l’avvicinarsi del momento della votazione i contrari al testo erano però fortemente aumentati. Alla chiusura dei seggi i sì sono stati il 63,5%. Tutti i Cantoni hanno detto di sì, Ticino (83%) e Romandia in testa. È la 22ma iniziativa popolare accolta su 191 presentate dall’introduzione di questo diritto, nel 1891.

Christine Bussat, presidente dell’associazione Marche blanche, che ha promosso l’iniziativa, si dice molto sollevata: “ero persuasa che non ce l’avremmo fatta, poiché eravamo confrontati con avversari che hanno adoperato le menzogne, primo fra tutti il consigliere nazionale Carlo Sommaruga” (PS/GE), ha dichiarato all’ats.

Malgrado il chiaro sì all’iniziativa, il consigliere nazionale Andrea Caroni (PLR/AR) si dice “fiero” del risultato, poiché è stato sollevato il dibattito sulla legittimità giuridica del testo. Inoltre, rispetto al primo sondaggio elettorale i contrari hanno guadagnato circa 20 punti percentuali. Delusa ma non sorpresa anche la consigliera nazionale Christa Markwalder (PLR/BE), a nome del comitato interpartitico dei contrari: è stato schiaffeggiato lo stato di diritto.

Malgrado la vittoria, i partigiani dell’iniziativa contro i pedofili rischiano però di rimanere delusi: o il parlamento applica il testo alla lettera rischiando il veto dei giudici, o si discosta dal testo e si espone ad una nuova iniziativa popolare.

Il divieto automatico e definitivo di qualsivoglia attività con fanciulli che colpisce chi è condannato per abusi sessuali, infrange il principio di proporzionalità iscritto nella Costituzione, sostengono alcuni giuristi. La misura infatti non dipende né dalla gravità né dalla natura dell’infrazione.

In Svizzera è il parlamento in linea di principio ad avere l’ultima parola. Il Tribunale federale deve applicare le leggi anche qualora infrangono la Costituzione, poiché non ha la competenza di statuire sulla conformità della legislazione con la Carta fondamentale.

Oltre alle leggi i giudici federali sono tenuti a rispettare il diritto internazionale. La Convenzione europea dei diritti dell’uomo garantisce in particolare il diritto alla protezione della vita privata e famigliare, e può avere la meglio sui testi del parlamento.

Per Judith Wyttenbach, ordinaria di diritto costituzionale a Berna, è difficile prevedere se i giudici del TF bocceranno una legge che applichi alla lettera l’iniziativa contro i pedofili. Potrebbe cozzare con la Convenzione europea. Il fatto che qualcuno possa perdere per sempre il diritto ad esercitare la professione in cui si è formato può rappresentare una lesione alla sua vita privata, rileva la costituzionalista.

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