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Pensionato in Italia e manager in Svizzera, evasione da 5 milioni

(Keystone-ATS) Pensionato per l’Italia ma affermato imprenditore a Lugano. Formalmente risiedeva in Venezuela da quarant’anni, ma in realtà viveva a Castellanza, in provincia di Varese e svolgeva la sua attività imprenditoriale in Svizzera, senza pagare un centesimo di tasse in Italia. Per questo i finanzieri di Busto Arsizio gli hanno contestato oltre 5 milioni di euro di evasione.

Sul fronte delle cosidette ‘esterovestizioni’, cioè della localizzazione fittizia all’estero della residenza fiscale delle persone, siano esse fisiche o giuridiche, i finanzieri di Busto Arsizio hanno iniziato a monitorare un lunga lista di persone fisiche iscritte nelle liste dell’Aire (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero).

Proprio nel corso dell’esame delle singole posizioni, è stata individuata la figura di un signore che aveva spostato la residenza in Venezuela fin dal 1974. Il soggetto risultava percepire solo una modesta pensione per l’attività imprenditoriale svolta prima di “emigrare”, ma il suo importo è apparso subito incompatibile con il tenore di vita dell’uomo che ha acquistato una prestigiosa villa a Castellanza e che possiede alcune autovetture di grossa cilindrata con le quali l’autista personale era solito accompagnarlo a Lugano.

Proprio a Lugano erano depositati tutti i proventi delle attività finanziarie detenute all’estero dall’uomo e mai dichiarate in Italia. Grazie all’evasione fiscale ormai ‘storica’, l’uomo, secondo l’accusa, era riuscito ad affermarsi all’estero come imprenditore, investendo i propri risparmi in attività finanziarie ed immobiliari, diffuse anche negli Stati Uniti, in Florida. Unico accorgimento dell’imprenditore era quello di non far mai emergere alcun legame formale tra la sua attività e lo Stato italiano.

Ma una così grossa incoerenza tra il reddito ufficiale ed il tenore di vita dell’uomo, ed un legame con il territorio di Busto Arsizio troppo assiduo per un uomo residente dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, hanno dato il via ad una verifica fiscale, che ha permesso di individuare una miriade di conti correnti esteri a lui intestati. Tutto, formalmente, era legale. Il piano era semplice: esterovestire la propria residenza fiscale, ufficialmente attestata da anni in Venezuela, e lasciare tutte le proprie disponibilità al di fuori dei confini nazionali, “al riparo” dalle legittime pretese del fisco italiano.

La cosa avrebbe potuto funzionare ancora, se i militari della Guardia di Finanza non avessero svolto i propri approfondimenti oltre la semplice evidenza formale delle dichiarazioni anagrafiche. Il falso ’emigrante’, per gli inquirenti, che è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio per avere omesso di presentare le dichiarazioni ai fini delle imposte sui redditi e di dichiarare i ricavi delle attività detenute all’estero (alcune anche in ‘paradisi fiscali’) dovrà adesso pagare imposte e sanzioni su un totale di tasse sottratte al fisco italiano di oltre 5 milioni di euro. Si tratta in gran parte di denaro e titoli detenuti in Svizzera e di proprietà immobiliari in Florida e Venezuela.

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