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Più soldi per formazione bambini rifugiati, SSP

La presidente del Sindacato dei servizi pubblici e sociosanitari (SSP) Katharina Prelicz-Huber (foto d'archivio). KEYSTONE/ENNIO LEANZA sda-ats

(Keystone-ATS) Il Sindacato dei servizi pubblici e sociosanitari (SSP) chiede più soldi per i bambini rifugiati, poiché formazione e cure richiedono un impegno particolare.

L’anno scorso oltre 2700 minorenni soli hanno fatto richiesta di asilo in Svizzera. A questi vanno aggiunti i bambini che sono arrivati accompagnati dai genitori.

Per chiarire la situazione, l’organizzazione sindacale ha presentato l’esempio della classe d’accoglienza gestita da Franziska Bischofberger a Zurigo.

I ragazzi di cui si occupa, fra i 12 e i 17 anni, di solito non hanno problemi a scuola, quanto piuttosto nei loro alloggi, che spesso sono container di fortuna con pareti sottili in cui è difficile dormire e fare i compiti, ha spiegato la stessa Bischofberger oggi in una conferenza stampa del SSP a Berna.

Un problema è rappresentato anche dalla fame. I giovani ricevono un importo giornaliero per procurarsi da mangiare, ma molti sembrano non essere in grado di gestire una tale responsabilità. Inoltre, le classi sono molto eterogenee, con alcuni ragazzi che non sono mai andati a scuola e altri che hanno una buona formazione.

Proprio facendo riferimento a tali situazioni, il SSP chiede maggiori mezzi. Miglioramenti sono necessari sia a livello scolastico che per il tempo libero di bambini e ragazzi. Attualmente esistono grandi differenze cantonali, ha detto la presidente del sindacato Katharina Prelicz-Huber.

Servono più mezzi per lezioni di lingua, aiuto per i compiti, un pasto caldo al giorno, alloggi speciali separati dagli adulti, ma anche per accesso a cure mediche e possibilità di sport e svago, oltre che una sorveglianza costante.

Prelicz-Huber ha definito una catastrofe il fatto che dei 17enni vengano esclusi dalla possibilità di imparare la lingua e di integrarsi. “In caso di bisogno i giovani devono essere istruiti per due anni, anche se hanno superato l’età dell’obbligo scolastico, in modo che possano poi seguire una formazione”, ha continuato la presidente.

I progetti proposti dal Consiglio federale sono incoraggianti, ma hanno il difetto di venire applicati troppo tardi e di mettere a disposizione pochi posti per la formazione, ha sottolineato il sindacato.

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