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Pirati informatici cinesi attaccano India e Dalai Lama

(Keystone-ATS) PECHINO – Un gruppo di pirati informatici che ha sede nel sud ovest della Cina ha sistematicamente rubato documenti segreti dell’Ufficio del Dalai Lama – il leader tibetano che vive in esilio in India – e del governo indiano. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori canadesi che hanno illustrato i risultati del loro lavoro, durato otto mesi, in un documento diffuso oggi chiamato “Shadows in the Cloud” (Ombre nella nuvola).
“Nel nostro lavoro – affermano i ricercatori nell’introduzione al documento, di 58 pagine – non abbiamo trovato le prove del coinvolgimento della Repubblica Popolare Cinese o di qualsiasi altro governo in questa organizzazione clandestina, ma una domanda importante è se la Cina intraprenderà delle iniziative per eliminarla”. I ricercatori affermano invece di avere le prove del coinvolgimento di due pirati informatici che vivono a Chengdu, nel sudovest della Cina.
La portavoce del ministero degli esteri cinese Jiang Yu, interpellata nel corso di una conferenza stampa oggi a Pechino, ha affermato di “non sapere su quali prove si basino” i ricercatori canadesi, “o quali siano le loro motivazioni”. La Cina, ha aggiunto, “è risolutamente contraria a tutti i crimini informatici, compresa la pirateria”.
Secondo il rapporto, le informazioni rubate dai pirati informatici comprendono 1’500 lettere scritte nel corso del 2009 dall’ufficio del Dalai Lama, documenti riservati del ministero della difesa di New Delhi e sull’attività delle Ambasciate dell’India in Afghanistan.

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