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PLR: per libera circolazione UE, contro immigrazione da Stati terzi

(Keystone-ATS) Il Partito Liberale Radicale (PLR) è favorevole alla libera circolazione delle persone con l’Unione Europea, ma allo stesso tempo vuole contrastare più duramente l’immigrazione in Svizzera di extracomunitari. Lo hanno sottolineato i delegati del partito riuniti oggi a Zurigo.

L’assemblea ha discusso un documento programmatico sulla politica d’immigrazione, che sarà uno degli argomenti centrali della prossima campagna elettorale. Il PLR intende così dare una risposta ai problemi che sussistono nella politica degli stranieri, come il raggruppamento famigliare, e limitare l’afflusso dall’estero. I 320 delegati hanno approvato il documento programmatico punto per punto, spesso con una maggioranza dei due terzi, seguendo la linea esposta in apertura di assemblea dal presidente del partito, Fulvio Pelli.

Quest’ultimo ha sollecitato i delegati a trovare “soluzioni oneste e corrette per amore della Svizzera”, Paese che ha “uno spazio limitato”. Pelli ha denunciato sia la politica della sinistra, che sogna un paese di bengodi aperto a tutti, sia quella dell’UDC, che giocando sulla paura vuole mettere il paese sotto una campana di vetro, impedendo ogni immigrazione. L’UDC – ha dichiarato Pelli – diventa un “pericolo per il nostro paese”: volendo “silurare” la libera circolazione per fini elettorali “gioca con il fuoco”. “Ci aspettiamo una politica più ragionevole” da parte del partito nazionalista per sostenere le imprese elvetiche”, ha detto il presidente del PLR.

Il testo approvato dall’assemblea pretende, fra l’altro, che il raggruppamento famigliare di stranieri provenienti da paesi extracomunitari “sia limitato all’essenziale di quanto prevede il diritto internazionale”. Le condizioni devono quelle che comporta un permesso di soggiorno annuale. Gli immigrati devono dimostrare di essere finanziariamente in grado di mantenere la propria famiglia. Per coloro che hanno ottenuto l’asilo il permesso di rimanere in Svizzera dovrebbe sottostare agli stessi criteri applicati ai migranti provenienti dai paesi extracomunitari. Chi è stato accolto provvisoriamente ma proviene da un paese ritenuto sicuro va rimpatriato.

Il documento programmatico prevede inoltre l’introduzione in tutti i cantoni dei contratti individuali di integrazione, come quelli sperimentati a Basilea Città e a San Gallo, il cui obbiettivo è di far sì che lo straniero raggiunga un certo livello di conoscenze linguistiche e di integrazione sociale, pena il rinvio. I delegati hanno poi ribadito le proposte del 2009 contro l’abuso della libera circolazione delle persone: il disoccupato straniero dispone di un anno al massimo per ritrovare un impiego; e il permesso di soggiorno viene accordato solo dopo i tre mesi lavorativi di prova.

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