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PLR: tre risoluzioni per il dopo 9 febbraio

(Keystone-ATS) Le conseguenze del voto popolare del 9 febbraio 2014 sull’iniziativa dell’UDC “contro l’immigrazione di massa” preoccupano il PLR svizzero. L’assemblea dei delegati riunita oggi ad Amriswil TG) ha approvato tre risoluzioni per ovviare ai problemi creatisi.

Esse riguardano la via bilaterale nei rapporti con l’Unione europea, la politica migratoria e l’incoraggiamento della manodopera indigena.

Rinnovo della via bilaterale

“Chi vuole sopprimere i bilaterali senza presentare alternative gioca con i posti di lavoro e la prosperità della Svizzera”, ha affermato la consigliera agli Stati sangallese Karin Keller Sutter, presentando la risoluzione sul rinnovo della via bilaterale. Il PLR rammenta che respinge “totalmente” l’idea di un’adesione all’Ue come pure l’adozione automatica del diritto (acquis) comunitario. Il partito presieduto da Philipp Müller afferma inoltre di sostenere la corretta applicazione del nuovo articolo costituzionale proposto dall’UDC e approvato dal popolo, ma rifiuta un isolamento della Svizzera.

“La Svizzera non deve diventare il villaggio di Asterix”

Nel mondo moderno, non è pensabile che la Svizzera si isoli, che diventi il villaggio di Asterix”, ha affermato il presidente Philipp Müller davanti ai 184 delegati. Per lui gli accordi bilaterali con l’Unione europea sono essenziali.

Dal canto suo il consigliere federale PLR Didier Burkhalter ha rilevato che la Svizzera si è trovata spaccata in due dopo il voto del 9 febbraio, in cui i “sì” hanno di poco superato il 50%. Si tratta ora di mostrare – ha aggiunto – che il futuro del paese non poggia sulle divisioni ma sulla coesione.

Il ministro degli esteri è tornato sulla decisione del Consiglio federale, annunciata mercoledì dallo stesso Burkhalter, su un cambio di strategia per far avanzare i rapporti con l’Ue. La prevista nomina di un capo negoziatore che si occupi di tutti i dossier sul tappeto e li porti avanti in un “pacchetto” nelle trattative con Bruxelles mostra che Berna vuole accelerare il movimento, ha affermato. E così anche la proposta di integrare nelle discussioni i paesi vicini che hanno interesse convergenti con la Svizzera.

Politica migratoria “ferma ma giusta”

In un’altra risoluzione, il PLR esige una politica migratoria “ferma ma giusta”. Certe misure restrittive possono essere attuate rapidamente senza compromettere i bilaterali, ritiene il partito. A suo avviso, chi beneficia di prestazioni statali non dovrebbe più poter rinnovare il permesso di dimora. Il ricongiungimento familiare dev’essere possibile solo se il salario di chi lo chiede basta per mantenere la famiglia. Infine occorre accelerare le procedure d’asilo affinché i richiedenti possano essere integrati al più presto oppure rispediti in patria nel più breve tempo possibile. A tale scopo, la Svizzera deve concludere più accordi di riammissione con i paesi d’origine.

Incoraggiare donne e lavoratori anziani

Secondo l’ultima risoluzione accettate, donne e lavoratori anziani rappresentano un potenziale interno di manodopera qualificata che occorre incoraggiare. Il PLR vi vede una soluzione alla penuria di forza lavoro che si accentuerà con l’attuazione dell’iniziativa dell’UDC.

Per incoraggiare le mamme a lavorare, il PLR propone deduzioni fiscali maggior per le spese di custodia dei figli. Tocca tuttavia a Cantoni e Comuni trovare soluzioni adatte alla propria situazione. Il PLR esige anche che la progressione fiscale non scoraggi nessuno dal lavorare Non bisogna più penalizzare le coppie sposate. “La legislazione fiscale deve applicarsi indipendentemente dal modo di vita e sostenere senza penalizzare il lavoro remunerato”, afferma la risoluzione.

Fra le misure proposte figura anche il pensionamento flessibile. Da un canto, sostiene il PLR, occorre dare la possibilità di percepire rendite parziali, dall’altro di poter aumentare le future rendite lavorando più a lungo.

È poi necessario, secondo il PLR, non più svantaggiare i lavoratori anziani con deduzioni salariali elevate. Affinché essi rimangano competitivi, le imprese dovrebbero inoltre proporre loro una formazione continua. E in caso di perdita d’impiego, gli uffici regionali di collocamento dovrebbero assumersi una presa a carico specializzata.

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