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PostFinance: entrata in Borsa è soluzione intelligente, per Köng

Il Ceo Hansruedi Köng non contrario a privatizzazione PostFinance Keystone/MARCEL BIERI sda-ats

(Keystone-ATS) Il direttore di PostFinance deplora il fatto che la filiale bancaria della Posta svizzera non possa concedere crediti e ipoteche.

In un’intervista pubblicata oggi dalla NZZ am Sonntag, Hansruedi Köng sostiene inoltre che un’entrata in Borsa di PostFinance sarebbe una “soluzione intelligente”. “Non mi opporrei neppure a una privatizzazione”, ha rilevato Köng al domenicale svizzerotedesco.

Attualmente la legge obbliga La Posta a detenere almeno il 51% di Postfinance. Un’eventuale entrata in Borsa consentirebbe alla filiale bancaria di accordare crediti e ipoteche, cosa che al momento le è vietato.

Secondo Köng, questa situazione fa perdere ogni giorno a PostFinance potenziali proventi. Si tratta di uno svantaggio rispetto ad altre banche, in particolare dopo l’abolizione della soglia minima franco-euro, ha aggiunto il direttore.

Köng ha detto anche di accettare la decisione, ribadita nel novembre scorso dal Consiglio federale, di proibire a PostFinance di concedere crediti e ipoteche. Ma, a suo avviso, i politici devono essere coscienti delle conseguenze di tale decisione. Di questo “svantaggio” ne risentiranno “considerevolmente” i conti 2016 dell’istituto finanziario, ha ammonito.

Già nel primo trimestre di quest’anno, PostFinance ha registrato risultati in calo. L’utile operativo è diminuito del 40% a 102 milioni di franchi, a causa delle rettifiche di valore in portafoglio sugli investimenti finanziari, per un ammontare di 27 milioni di franchi.

“Purtroppo altre rettifiche di valore sono da prevedere nel secondo trimestre”, ha annunciato Köng. Se il popolo britannico accetterà l’uscita dall’Unione europea, per PostFinance si attendono ammortamenti di talune decine di milioni di franchi.

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