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Posti vacanti: obbligo d’annuncio di 5 giorni non si tocca

Il "senatore" Beat Rieder (PPD/VS). KEYSTONE/ALESSANDRO DELLA VALLE sda-ats

(Keystone-ATS) L’obbligo d’annuncio dei posti vacanti è un elemento centrale riguardante l’applicazione dell’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa” accolta dagli elettori nel 2014: un allentamento di tale disposizione svuoterebbe di significato l’intera normativa in vigore.

È quanto pensa la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati (CIP-S) che raccomanda al plenum (6 voti a 3 e 3 astensioni) di respingere la mozione del “senatore” Beat Rieder (PPD/VS) volta a ridurre la burocrazia al fine di agevolare l’impiego di lavoratori stagionali.

Rieder, precisa una nota odierna dei servizi parlamentari, vorrebbe facilitare la riassunzione di collaboratori non rendendo obbligatorio annunciare i posti stagionali se l’interruzione tra due impieghi esercitati da una medesima persona risulta inferiore a dodici mesi.

Il divieto di pubblicazione di cinque giorni lavorativi andrebbe inoltre eliminato se l’Ufficio regionale di collocamento (URC) non è in grado di trasmettere al datore di lavoro dossier adeguati. Con questi allentamenti, Rieder intende sgravare soprattutto le aziende nelle regioni turistiche da un onere amministrativo da lui giudicato sproporzionato e penalizzante.

Secondo il consigliere agli stati vallesano, dalle esperienze maturate finora risulta che, in media, nel 64% dei casi gli URC sono in grado di fornire ai datori di lavoro al massimo un dossier di candidatura adeguato. Soltanto in circa il 15% dei casi trasmettono in media più di tre dossier.

In assenza di persone idonee, il periodo di attesa di cinque giorni lavorativi comporta a suo dire ritardi inutili. Ciò non può essere preteso da un datore di lavoro che vuole occupare un posto il più presto possibile. Per le aziende, le fluttuazioni di personale comportano perdite di competenze e oneri di introduzione al lavoro considerevoli. Per rimediarvi possono riassumere validi collaboratori che già conoscono l’azienda.

Nei settori con grosse fluttuazioni stagionali – come quello del turismo – si tratta di collaboratori che hanno già lavorato per la stessa azienda la stagione precedente. Queste riassunzioni vengono praticate da decenni con successo. Il posto viene quindi occupato da un collaboratore spesso occupato già da anni (e residente), precisa Rieder.

Per la CIP-S, invece, anche nelle professioni stagionali l’obbligo d’annuncio deve servire a sfruttare il potenziale della forza lavoro indigena; grazie al divieto di pubblicazione continua a essere concesso un vantaggio informativo di cinque giorni lavorativi alle persone residenti in Svizzera alla ricerca di un impiego.

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