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Premier, ora elezioni; Napolitano, decido io dopo verifica

(Keystone-ATS) Silvio Berlusconi annuncia a Giorgio Napolitano che si dimetterà una volta approvata la legge di stabilità promessa all’Europa, ma chiede “elezioni subito”. Il capo dello Stato, Costituzione alla mano, lo stoppa, non intende anticipare i tempi e vuole seguire l’iter previsto in caso di crisi: consultazioni e verifica di maggioranze alternative.

In sostanza vuole avvalersi di tutte le prerogative che gli concede la Carta. In questo senso il comunicato diffuso dal Quirinale dopo il faccia a faccia di ieri sera con il presidente del Consiglio non lascia spazio a dubbi.

Sulla strada delle urne, inoltre, si mettono di traverso anche le opposizioni: l’Udc di Pier Ferdinando Casini in particolare e Pier Luigi Bersani che, pur preferendo le urne, non potrebbe dire no ad un governo di larghe intese, magari guidato da un tecnico come Mario Monti.

Dopo lo schiaffo di Montecitorio, il capo del governo si riunisce con i vertici del Pdl e della Lega. Ripete che la strada maestra è quella del voto e sottolinea che in Parlamento nessuno ha la forza per sfiduciare la maggioranza.

Quando lascia la sede del governo per salire al Colle, l’impressione è che Berlusconi non abbia alcuna intenzione di rimettere subito il mandato. Di fronte all’ipotesi prospettata da Napolitano di ritornare a Montecitorio per verificare se abbia o meno la fiducia del Parlamento, però, Berlusconi deve riconoscere di non avere più una maggioranza alla Camera.

E così mette sul piatto l’escamotage studiato per tentare di sbarrare la strada a governi alternativi: dimettersi dopo il varo del pacchetto anti-crisi. Un modo per guadagnare tempo, ma che di fronte al pressing dei mercati e dell’Europa, il capo dello Stato non può non prendere il considerazione.

In cambio, però, il Quirinale certifica gli impegni presi da Berlusconi, a cominciare dal quello di dimissioni formali. Promessa formalizzata nella nota, nella quale si ribadisce che qualsiasi decisione sul ‘dopo’ sarà presa al termine delle consultazioni, “dando massima attenzione alle posizioni di ogni forza politica”, di maggioranza e di opposizione. Berlusconi, però, anticipa già la sua posizione: andare al voto quanto prima. E nel farlo lancia la candidatura di Angelino Alfano come possibile candidato premier del centrodestra.

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