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Previdenza 2020, nessun compromesso, si va in conciliazione

In tema di previdenza è sempre muro contro muro KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Sarà necessaria una conferenza di conciliazione per appianare le divergenze tra le Camere federali in merito alla riforma Previdenza per la vecchiaia 2020.

Oggi il Consiglio nazionale ha ribadito le posizioni: il previsto abbassamento del tasso di conversione va compensato nell’ambito della previdenza professionale.

Nuovamente bocciata quindi, con 102 voti contro 91 e una astensione, la soluzione del Consiglio degli Stati che vorrebbe agire nell’ambito del Primo Pilastro, con un supplemento di 70 franchi sulla rendita AVS e l’aumento del tetto massimo per i coniugi dal 150% al 155%. Tale misura andrebbe finanziata con un aumento dell’IVA di un punto percentuale.

Per il Nazionale, la riduzione dal 6,8% al 6% del tasso di conversione – che serve a calcolare le rendite pensionistiche – va compensata quasi esclusivamente nell’ambito della previdenza professionale. La soluzione per la Camera del popolo risiede nell’aumento dei prelievi salariali, tramite una modifica delle aliquote per gli accrediti di vecchiaia e la completa soppressione della deduzione di coordinamento. Questa soluzione prevede anche un aumento ridotto dell’IVA (di 0,6 punti).

Il Nazionale ha invece eliminato due grosse divergenze: la proposta di aumentare automaticamente fino a 67 anni l’età pensionabile in caso di ristrettezze finanziare dell’AVS è così stata abbandonata.

La camera ha pure rinunciato ai tagli concernenti le rendite per vedove/i e orfani. Inizialmente il Nazionale voleva limitare il diritto alla rendita alle persone vedove che al momento del decesso del coniuge hanno un figlio di età inferiore ai 18 anni oppure un figlio agli studi di età inferiore ai 25 anni o che si occupano di un figlio bisognoso di cure.

Il dossier va ora in Conferenza di conciliazione. Le commissioni competenti delle due camere si troveranno domani per cercare un compromesso. Questo verrà sottoposto giovedì al voto separatamente nelle due camere. Se approvato, dovrà ancora superare lo scoglio delle votazioni finali, previste venerdì, e del voto popolare, che dovrebbe tenersi il 24 settembre.

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