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Progetto fiscale 17: reazioni critiche della sinistra

La presentazione del nuovo progetto KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) Le grandi linee del nuovo Progetto fiscale 17 (PF17), elaborato dopo la bocciatura popolare della Riforma III dell’imposizione delle imprese (RI imprese III) e presentato oggi a Berna, non riscuote solo consensi.

Per sinistra e Verdi è insufficiente, mentre per l’UDC ci vuole più chiarezza nelle cifre. L’Unione delle città svizzere è invece soddisfatta.

Il progetto elaborato da Confederazione e cantoni non convince il Partito socialista (PS): ritiene che sarà difficile convincere l’elettorato, che in febbraio ha bocciato con quasi il 60% dei voti la RI imprese IIII. I socialisti giudicano in particolare insufficiente la quota di imposizione dei dividendi del 70%, che vorrebbe al 100%. Inoltre l’aumento di 30 franchi proposto per gli assegni familiari dovrebbe essere di 100.

Anche i Verdi ritengono i 30 franchi solo uno “zuccherino” che non migliorerà la situazione. Sono “insoddisfatti” poiché temono che la nuova versione provochi “perdite fiscali abissali” per cantoni e comuni e alimenti ulteriormente la corsa al ribasso fiscale. Vogliono inoltre una chiara definizione legale per le deduzioni per ricerca e sviluppo.

“Briciole per la popolazione, miliardi per le multinazionali”: è il commento di Gioventù socialista svizzera. In particolare, i giovani socialisti lamentano che non vi è nessuna spiegazione sul perché “i redditi da lavoro vengano sempre imposti al 100%, mentre i dividendi solo al 70%”. Inoltre fanno notare che la nuova proposta “non contiene alcuna misura per limitare la dannosa concorrenza intercantonale”.

Benché il progetto contenga misure sociali, l’Unione sindacale svizzera (USS) teme che il PF17 comporti per cantoni e comuni un maggiore calo dell’imposta sugli utili delle aziende rispetto alla RI imprese III.

Secondo l’UDC le grandi linee delle proposte odierne potrebbero compromette l’attrattiva dell’economia svizzera. Invita poi i cantoni a preparare prima della fine della procedura di consultazione progetti fiscali individuali capaci di superare una votazione popolare. La classe media non deve pagare più imposte per compensare la partenza all’estero di imprese, precisa in una nota.

Il PLR si pronuncerà in dettaglio sul progetto definitivo durante la consultazione in settembre. Ritiene importante che le entrate fiscali attuali siano assicurate, precisa il suo portavoce Georg Därendinger. Cantoni, città e comuni non devono inoltre subire perdite fiscali.

Il PPD è globalmente soddisfatto delle gradi linee del progetto, in particolare dei miglioramenti degli assegni famigliari. Chiede che sia mantenuto ad un livello ragionevole la pressione fiscale per le PMI e le imprese a conduzione familiare.

Per l’Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam), il progetto è un affronto alle PMI e alla classe media. L’imposizione parziale dei dividendi, portata al 70%, colpirà duramente i proprietari delle PMI, che in genere detengono oltre il 10% del capitale della loro impresa, contrariamente agli azionisti di grandi multinazionali. Anche i costi sociali supplementari peseranno sui conti delle piccole aziende.

Soddisfazione viene espressa dall’Unione delle città svizzere. L’organizzazione ritiene che si vada nella giusta direzione poiché si tiene conto della richiesta fondamentale della compensazione delle perdite fiscali per città e comuni. Anche le città vogliono trasparenza da parte dei cantoni e che sia presa in debita considerazione la situazione degli enti locali.

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