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Protezione testimoni attiva da un anno: “passo da giganti”, fedpol

(Keystone-ATS) Il Servizio nazionale di protezione dei testimoni dell’Ufficio federale di polizia (fedpol) è attivo dal primo di gennaio. Un bilancio è prematuro perché i programmi possono durare anni, ma i responsabili sottolineano il grande passo avanti compiuto dalla Svizzera in materia di lotta alla tratta degli esseri umani, alla criminalità organizzata e al terrorismo.

Il nuovo servizio “rappresenta un passo da giganti”, spiega all’ats Andreas Leuzinger, capo della divisione per gli interventi speciali di fedpol. Può essere attivato in varie circostanze, “quando vi è un interesse pubblico particolare”, aggiunge Adrian Lobsiger, direttore supplente di fedpol. Un esempio è costituito dall’arruolamento forzato di adolescenti per la guerra santa, la jihad, ha precisato Lobsiger.

La protezione dei testimoni prevede tre fasi. In primo luogo quella di crisi, in cui la persona deve essere sottratta a una situazione di minaccia. Poi vi è la tappa di stabilizzazione durante tutto il procedimento penale. Infine interviene la fase di integrazione, che consiste nella costruzione di una nuova vita se le minacce persistono. A seconda delle circostanze, si tratta di stabilire una nuova identità e una biografia che possa essere raccontata in modo credibile ai colleghi e a un futuro partner.

Durante questo primo anno di vita del Servizio sono state attuate solo le due prime tappe. “È ancora troppo presto per la fase d’integrazione”, spiega Leuzinger. Un caso è considerato archiviato “quando non vi è più alcun pericolo”. Affinché le persone coinvolte possano essere considerate autonome, il Servizio ritiene che dovrà occuparsene per cinque-sei anni. Finora i testimoni sono stati molto cooperativi e motivati e riescono a integrarsi nella nuova vita rapidamente, sottolinea Leuzinger.

Stando alle stime effettuate durante i 24 mesi di preparazione al programma, fedpol a medio termine dovrebbe prendersi a carico 10-15 casi per una spesa di circa due milioni di franchi all’anno, aggiunge Lobsiger.

L’attività del Servizio per due terzi riguarda la protezione di testimoni, per il terzo rimanente concerne invece consultazioni e prestazioni per i Cantoni e le procure. Si tratta di informare le autorità riguardo ai casi che non necessitano di un programma completo, ma di raccomandazioni, ad esempio sulle precauzioni da prendere negli spostamenti notturni e nell’utilizzazione di reti sociali come Facebook e Twitter.

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