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Regioni montagna 2005-2010: evoluzione positiva, male in Calanca

(Keystone-ATS) Dal 2005 al 2010 le regioni rurali e di montagna hanno avuto “uno sviluppo ampiamente positivo” sia a livello demografico che dell’impiego. L’evoluzione generale è però “abbellita” da nuovi metodi statistici. Calanca, Bregaglia e Davos (GR) sono in controtendenza.

Lo riferisce oggi il Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB) che per la prima volta ha pubblicato il suo rapporto “Le regioni di montagna svizzere: fatti e cifre” considerando le zone territoriali definite dalla Nuova politica regionale (NPR), entrata in vigore nel 2008, e non più sulla base di quelle, dette LIM, precisate dalla Legge federale sull’aiuto agli Investimenti nelle regioni di Montangna, nel frattempo abrogata.

Attenzione alle nuove definizioni territoriali

Secondo la NPR ben l’87,4% del territorio nazionale è parte di una regione rurale o di montagna. Le zone LIM invece ne coprivano solo i due terzi. Il significato di regione di montagna risulta dunque annacquato: nel 2010, si legge nel rapporto, vi si trovavano 22 delle 139 città svizzere con oltre 10’000 abitanti.

Le zone sono inoltre strutturalmente molto diverse tra loro. Ad esempio nella Svizzera italiana ai sensi della NPR hanno lo stesso statuto il Luganese, che comprende la città, e la Val Calanca (GR) che, con i suoi 796 abitanti a fine 2010, è la regione NPR in assoluto meno popolata.

In seguito alle nuove definizioni territoriali, regioni tradizionalmente problematiche come la Leventina (TI) e il Goms (VS) sono confluite in zone molto più estese e dinamiche (rispettivamente “Bellinzona e Valli” e “Alto Vallese”) che registrano globalmente evoluzioni positive, ha spiegato all’ats il direttore del SAB Thomas Egger.

Demografia in crescita

Tra 2005 e 2010 nelle regioni di montagna si è passati da 4,308 a 4,512 milioni di abitanti, pari ad un tasso di crescita annuale di +0,9%. Nel resto della Confederazione (12,6% della superficie) la progressione annuale è stata dell’1,3%. A fine 2010 la Svizzera contava complessivamente 7,864 milioni di abitanti.

Sette delle 81 regioni NPR hanno registrato un declino demografico. Di queste ben tre nei Grigioni: Val Monastero (calo dell’1,5% all’anno), Surselva (-0,3%) e Grigioni centrali (-0,2%). Nella Valposchiavo (GR) la popolazione è rimasta immutata. Il calo, spiega il SAB, riguarda zone “periferiche e a debole potenziale economico confrontate all’emigrazione e all’invecchiamento”.

Sei regioni registrano invece crescite ampiamente superiori alla media nazionale (+1,1%), come la Gruyère (FR, +2,4%) che trae beneficio dalla vicinanza con l’Arco lemanico. Nella Svizzera italiana la progressione più consistente è registrata dal Luganese (+1,5%).

Situazione economica migliora

La situazione economica, di cui l’evoluzione della popolazione è un riflesso, è migliorata rispetto alla crisi degli anni 2000. Sono stati creati nuovi posti di lavoro, soprattutto nel secondario e nel terziario. Il cambiamento strutturale nel settore primario è rallentato, ma circa dieci aziende agricole continuano a scomparire ogni settimana. Le zone residenziali si estendono continuamente e la foresta sottrae terreno ai prati da sfalcio e ai pascoli. Nelle regioni NPR il primario occupa il 5% della popolazione attiva (3% a livello nazionale), con un massimo del 23% in Calanca.

Ed è proprio questa valle grigionitaliana ad aver registrato la più forte flessione degli impieghi: -7,3% all’anno per il periodo 2005-2008. Due sole altre regioni NPR presentano un calo degli impieghi, entrambe nei Grigioni: Davos (-1,1%) e Bregaglia (-0,5%). Nella Svizzera italiana la zona economicamente più florida è risultata il Mendrisiotto e Basso Ceresio, che con un +4,4% supera ampiamente la media nazionale (+2,6%).

Migliorare accesso alle tecnologie della comunicazione

Il SAB formula anche raccomandazioni. In particolare, sostiene che la rete a banda larga per accedere efficacemente alle nuove tecnologie della comunicazione debba essere estesa anche alle zone di montagna. Deplora inoltre che la perequazione intracantonale non rispetti ancora il diritto federale in tutti i cantoni, a scapito dei comuni. Il Gruppo svizzero per le regioni di montagna chiede poi che le regioni vengano maggiormente coinvolte dai cantoni nell’elaborazione di progetti locali.

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