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Ricercatori ETH analizzano la morte di un “social network”

(Keystone-ATS) Un social network può scomparire anche se conta centinaia di milioni di iscritti: quando gli sforzi per la sua utilizzazione sono più grandi dei benefici può instaurarsi una reazione “a cascata” di abbandoni, affermano i ricercatori del Politecnico federale di Zurigo (ETH).

Lo studio, realizzato da un team guidato dal professor Frank Schweitzer, ha preso in esame il caso Friendster: una rete sociale che ha raggiunto 100 milioni di iscrizioni, ma che nel 2011 è stata chiusa, in seguito ad un esodo massiccio causato dall’introduzione di un nuovo design rivelatosi troppo complicato.

I ricercatori hanno confrontato il modello di Friendster con quello di altre reti sociali – Facebook, Orkut, Livejournal e Myspace – e hanno identificato due fattori principali che determinano le chance di sopravvivenza. Il primo è appunto il rapporto fra benefici e sforzi di utilizzazione. Il secondo è legato al grado di interconnessione fra gli utenti.

Nessuna rete è al riparo dal rischio di un esodo in massa, sostengono gli autori dello studio, i cui risultati sono pubblicati sulla piattaforma arXiv.org. Il grado di resistenza di una rete dipende dalla capacità di contenere la reazione “a cascata” e in particolare dal grado di interconnessione fra gli utilizzatori.

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