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Riforma esercito al Nazionale, scambio automatico a Stati

(Keystone-ATS) Giornata più corta del solito oggi alle Camere federali. Verso le 11.45, i deputati dei due rami del Parlamento parteciperanno ai festeggiamenti dei rispetti neopresidenti.

Christa Markwalder (PLR/BE) per il Consiglio nazionale, che per quest’anno ricopre la maggiore carica della Confederazione, e Raphäel Comte (PLR/NE) per il Consiglio degli Stati. Entrambi verranno ricevuti con tutti gli onori nei rispettivi cantoni di provenienza.

Prima dei discorsi di rito e dei consueti brindisi, la Camera del popolo dovrà riprendere daccapo (dalle 08.00) la riforma dell’esercito (“Ulteriore sviluppo dell’esercito (Uses)”), dossier affossato in votazione finale lo scorso settembre a causa di veti incrociati riguardanti il finanziamento della truppa.

Tutti, o quasi, sono d’accordo invece sulla fisionomia del futuro esercito che dovrà essere più piccolo (100 mila uomini comprese le riserve dai 200 mila attuali), ma meglio equipaggiato e pronto ad essere mobilitato rapidamente in caso di eventi eccezionali.

La scuola reclute dovrebbe durare 18 settimane, invece delle attuali 21, cui si aggiungono sei corsi di ripetizione di 3 settimane ciascuno. Il Consiglio federale propone sei corsi di 2 settimane, gli Stati cinque corsi di 3 settimane. Il Nazionale dovrebbe spuntarla su quest’ultimo aspetto. La Commissione della sicurezza ha anche optato per 3 brigate meccanizzate invece di 2.

In merito al finanziamento, si propone di concedere al Dipartimento della difesa 5 miliardi di franchi l’anno (20 miliardi per il periodo 2017-2020). Questa disposizione figurerà in un decreto federale, e non in una legge come avrebbe voluto l’UDC.

Una minoranza di sinistra proporrà di ridurre il tetto massimo a 17,6 miliardi (4,4 miliardi all’anno) o 18,8 miliardi (4,7 miliardi all’anno). L’UDC chiederà invece di portarlo a 21,6 miliardi (5,4 miliardi all’anno). Tutte queste proposte dovrebbero essere affossate.

Segreto bancario agli sgoccioli, amnistia fiscale in bilico

Dopo il Nazionale in settembre, il Consiglio degli Stati (dalle 08.15) dovrebbe approvare l’esame dei due progetti governativi volti ad istituire lo scambio automatico di informazioni con l’estero in ambito fiscale. Il programma della sessione prevede alcune sedute destinate all’esame delle divergenze.

Contrariamente al Nazionale, la commissione preparatoria degli Stati non vuol però sentir parlare in un’amnistia fiscale, come proposto con una mozione dal consigliere nazionale Fabio Regazzi (PPD/TI). Quest’ultimo atto è stato approvato per una manciata di voti durante la sessione autunnale.

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