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Rifugiati: un impiego invece di un aiuto sociale, COSAS

(Keystone-ATS) Qualificazione rapida e obbligatoria ma anche partecipazione attiva dell’economia.

La Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (COSAS) preconizza un concetto di integrazione per permettere ai rifugiati di ottenere più rapidamente un impiego e lasciare l’aiuto sociale.

“Le disposizioni attualmente attuate, destinate all’inserimento professionale delle persone che hanno il diritto di restare in Svizzera sono ampiamente insufficienti”, ha indicato oggi COSAS in una conferenza stampa a Berna. Sulla base di questa costatazione propone quindi diverse misure concrete per migliorare la situazione.

La sua idea di integrazione conta prima di tutto su una decisione rapida in materia di asilo. In un secondo momento il diritto di restare in territorio elvetico deve puntare direttamente su un processo di qualifica delle persone senza conoscenze professionali.

“Si tratta di attuare corsi di avviamento professionale di una durata di diversi mesi fino a un anno nei differenti settori, sviluppati e riconosciuti dalle associazioni professionali e regolati dalla Confederazione”, ha spiegato COSAS.

E questa formazione, prosegue la Conferenza, deve essere resa obbligatoria, ciò che corrisponde al principio “incoraggiare ed esigere” dell’aiuto sociale. Inoltre l’economia deve partecipare attivamente all’inserimento nel mercato del lavoro dei richiedenti asilo.

Infine COSAS preconizza di ridurre sistematicamente gli ostacoli amministrativi che si oppongono all’occupazione dei rifugiati.

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