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Rinvio sostituzione Tiger: sinistra contenta, destra no

(Keystone-ATS) BERNA – La destra si rammarica, la sinistra esulta: questa in sintesi la reazione dei partiti e del Gruppo per una svizzera senza esercito alla decisione del Consiglio federale di posticipare l’acquisto dei velivoli destinati a sostituire parzialmente i Tiger.
Per l’Unione democratica di centro, la decisione è deplorevole ma comprensibile. “È il risultato di decisioni errate e di una politica d’acquisto sbagliata da parte del DDPS negli ultimi sei anni”, scrive il partito di Toni Brunner sul suo sito internet, scagionando nel contempo il ministro della difesa UDC Ueli Maurer. A suo avviso oggi mancano i mezzi per una sicurezza aerea adeguata del paese.
Anche il Partito liberale radicale deplora il rinvio, ma saluta per lo meno il fatto che oggi è stata presa una decisione. Il PLR chiede al governo una panificazione affidabile riguardo alla forma che assumerà l’esercito in futuro e sulla sostituzione dei Tiger, perché “la Svizzera ha bisogno di nuovi aerei da combattimento”. Il partito di Fulvio Pelli chiede tuttavia che l’acquisto avvenga nell’ambito dei programmi d’armamento ordinari e respinge un finanziamento speciale. Il PLR esorta infine Maurer “a mettere ordine in casa sua”.
Per il Partito popolare democratico quella del governo è una cattiva decisione, sia dal punto di vista politico ed economico, sia da quello della sicurezza. Rimandare sempre le decisioni denota una mancanza di visioni, ha detto all’ATS la portavoce del PPD Marianne Binder. A suo parere la decisione odierna del governo è inoltre “un esempio perfetto del margine di manovra di un ministro il cui partito spinge apertamente e continuamente nel senso dell’opposizione”.
Si rallegra invece il Partito socialista, per bocca del suo portavoce Jean-Yves Gentil: “Abbiamo sempre combattuto questo acquisto, in un momento in cui la Confederazione sforna programmi di risparmi e tagli nell’assicurazione contro la disoccupazione e nelle linee di trasporti pubblici regionali. Il PS – aggiunge – sarà ancora più contento quando la decisione sarà definitiva, perché è convinto che la Svizzera non abbia bisogno di questi aerei.
Per Frédéric Durant, segretario romando del Gruppo svizzero per una Svizzera senza esercito”, questa è soltanto “una vittoria di tappa”: “una prova che la nostra iniziativa, che chiede una moratoria di dieci anni, era opportuna”. Vista la situazione economica e i tagli di bilancio, il Consiglio federale ha paura che passi in votazione popolare, ha aggiunto Durand. Con il nuovo calendario e considerata la durata della procedura di valutazione, il GSsE ritiene possibile che nessun aviogetto sia acquistato prima del 2020. Lo scopo dell’iniziativa lanciata nel marzo 2008 e consegnata nel giugno 2009, che chiede una moratoria fino al 31 dicembre 2019, sarebbe dunque raggiunto e il GSsE potrebbe ritirarla.

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