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Rispetto collegialità e rafforzamento coesione nazionale, Parmelin

(Keystone-ATS) Rispetterò la linea del Consiglio federale, facendo anche del mio meglio per rafforzare il legame confederale, specie col Ticino, i cui problemi sono stati in parte dimenticati sia dal Governo che dal Parlamento.

Così si è presentato oggi pomeriggio il Consigliere federale eletto Guy Parmelin per la sua prima conferenza stampa davanti ai giornalisti accreditati a Palazzo federale.

Quale secondo UDC in Governo, si apre un nuovo capitolo per il Paese, ha esordito il vodese, ribadendo tuttavia quanto detto stamane al momento di accettare l’elezione, ossia di voler lavorare per il bene del Paese e non solo di una parte politica.

In merito al dipartimento che potrebbe essere chiamato a dirigere, Parmelin non ha fatto mistero di avere una predilezione per gli Interni, se non altro perché conosce bene alcuni dossier avendo lavorato in seno alla Commissione della sicurezza sociale del Nazionale.

Ad ogni modo, la ripartizione dei compiti sarà oggetto di una discussione – “senza tabù” – in seno al Collegio. Parmelin potrebbe anche riprendere il Dipartimento federale delle finanze lasciato libero da Eveline Widmer-Schlumpf. A detta del Consigliere federale eletto bisogna essere pronti a rilevare qualsiasi dipartimento.

Per quanto riguarda i rapporti con l’Unione europea e la recente decisione del Consiglio federale di controllare l’immigrazione ricorrendo ad una clausola di salvaguardia, anche contro la volontà di Bruxelles, Parmelin ha scelto la prudenza: prima di illustrare le sue idee in materia, dovrà farsi un’idea della posizione del Governo. “Come tutti gli altri ministri, potrò influenzare le decisioni del Collegio mediante la presentazione di corapporti”, ha spiegato. Non è però il caso che il Consiglio federale interrompa i lavori nell’attesa che io mi insedi ufficialmente, ha aggiunto.

Circa la clausola di esclusione inserita negli statuti dell’UDC, criticata aspramente stamane da diverse formazioni politiche che la giudicano antidemocratica poiché limiterebbe il margine d’azione dei parlamentari, Parmelin ha dichiarato che diversi colleghi del suo partito – “seduti vicino a me stamane in aula” – auspicano che si apra una discussione su questo punto. Per il Vodese è difficile dire se la sua elezione sia stata favorita dall’esistenza o meno di questa clausola.

Circa i calcoli elettoralistici attributi ai democentristi, “spero di essere stato eletto per il mio profilo e non solo per dare una spinta al partito in Romandia”, ha sottolineato.

Passando a un registro più personale, Parmelin ha sostenuto di aver incominciato a riflettere seriamente su una candidatura al Consiglio federale nel 2011, quando il partito ha presentato il Consigliere nazionale Jean-François Rime (FR) allo scopo di scalzare dal Governo Eveline Widmer-Shlumpf. Le audizioni sono state un momento molto istruttivo che mi ha spinto a ritentarci, ha dichiarato.

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