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Romania: Basescu passa poteri, guarda al referendum

(Keystone-ATS) In Romania, in preda a una profonda crisi politica e istituzionale, il presidente conservatore Traian Basescu, destituito nei giorni scorsi dal parlamento, ha trasmesso oggi temporaneamente i suoi poteri al presidente del Senato Crin Antonescu (socialdemocratico) che eserciterà ad interim le funzioni di capo dello stato fino al referendum del 29 luglio.

Sarà infatti la consultazione popolare a sancire o meno la destituzione definitiva di Basescu. In tal caso nuove elezioni presidenziali verranno convocate nel giro di 90 giorni. In Romania sono già previste per l’autunno le elezioni legislative.

Ieri sera la Corte costituzionale aveva convalidato la decisione del parlamento di sospendere il presidente Basescu dalle sue funzioni, una decisione presa dall’Assemblea a larga maggioranza su iniziativa della maggioranza di centro-sinistra che fa capo al premier Victor Ponta.

Il governo ha accusato Basescu di aver violato la costituzione avocando a sè poteri e prerogative non sue, e di aver al tempo stesso fortemente impoverito la popolazione con le pesanti misure anti-crisi imposte al Paese d’accordo con Ue e Fmi. Già nel 2007 Basescu – al potere dal 2004 e il cui secondo mandato scadrà nel 2014 – era stato sospeso una prima volta dal parlamento, ma era stato successivamente reintegrato nell’incarico con la fiducia ottenuta nel referendum.

Questa volta tuttavia per lui sarà probabilmente più difficile riuscire a ribaltare la sfiducia del parlamento, a causa di una notevole perdita di popolarità in conseguenza della crisi economica. Nei venti giorni che restano fino al referendum Basescu si impegnerà quindi con tutte le sue forze per cercare di convincere i romeni della validità della sua politica e delle misure di rigore.

E un aiuto insperato per il presidente destituito potrebbe rivelarsi la decisione della Corte costituzionale, che oggi ha legato la validità del referendum alla partecipazione ad esso di almeno il 50% più uno degli aventi diritto. I giudici hanno con ciò annullato il decreto d’urgenza varato nei giorni scorsi dal governo che non prevedeva alcun quorum di affluenza e stabiliva che per la destituzione di Basescu sarebbe stata sufficiente la maggioranza dei voti espressi.

La commissione europea ha detto oggi di continuare a guardare con preoccupazione agli sviluppi della situazione in Romania. “Restiamo preoccupati per la rapidità e le conseguenze delle decisioni prese”, ha detto una portavoce a Bruxelles.

Analoghe prese di posizione preoccupate per la tenuta democratica del paese balcanico erano venute nei giorni scorsi dai governi di Italia, Francia, Germania e Usa. Dubbi e perplessità che cercherà di fugare il premier socialdemocratico Ponta nella missione che effettuerà giovedì alla Ue a Bruxelles, dove incontrerà il presidente della commissione Jose Manuel Barroso.

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