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Russia: parte era Putin III a Cremlino tra contestazioni

(Keystone-ATS) Vladimir Putin torna presidente della Russia per la terza volta in 12 anni, sullo sfondo di incidenti e 300 fermi di oppositori in una Mosca blindata e deserta. E da subito fa promesse a tutto campo, delineando le traiettorie della sua politica fino al 2030, da vero zar, lasciando intuire che un suo quarto mandato è probabile.

Attivo immediatamente anche sul fronte internazionale, con la mano tesa al neoeletto presidente francese Francoise Hollande, cui invia le congratulazioni, e l’auspicio di una “interazione stabile e prevedibile” con gli Stati Uniti.

In mattinata il corteo del leader russo giunge al Cremlino attraversando una città surrealmente vuota, tra cordoni di polizia che hanno fatto sgomberare tutto e tutti, niente ali di folla. Non una festa di popolo, ma una cerimonia per “alti dignitari”: tra i quasi 3mila invitati, l’ex premier italiano Silvio Berlusconi, che lo applaude proprio accanto alla tribuna in prima fila, l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder e il premio Nobel Mikhail Gorbaciov (che lo aveva criticato).

Solenne la cerimonia di insediamento, costata 878 mila dollari. Tutto nella tradizione russa: il lungo tappeto rosso disteso per le tre sontuose sale del Gran Palazzo dove si consuma il passaggio di consegne con Dmitri Medvedev, quasi un’incoronazione.

Nonostante le misure eccezionali di sicurezza, i dissidenti provano egualmente a guastare la festa: 300 i fermi per le vie del centro, caccia tra polizia e dissidenti per i boulevard alberati, con raid persino nei caffè prediletti dagli oppositori liberali.

A sorpresa vengono rilasciati i tre leader della protesta – il blogger Alexiei Navalni, il capo del Fronte di Sinistra Sergei Udalzov e l’ex vice premier Boris Nemtsov – fermati ieri con altri 400 manifestanti per aver tentato un sit in a oltranza forzando il cordone della polizia al termine della marcia anti Putin di 30mila sulla piazza Balotnaia, con feriti e contusi anche tra le forze dell’ordine.

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