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Sanremo: trionfa Gabbani, sul podio Mannoia e Meta

Francesco Gabbani, il vincitore KEYSTONE/EPA ANSA/CLAUDIO ONORATI sda-ats

(Keystone-ATS) Con l’accattivante Occidentali’s Karma Francesco Gabbani vince il Festival di Sanremo.

Il cantante toscano, un anno fa primo tra le Nuove Proposte con Amen, batte in finale la generosa Fiorella Mannoia, seconda con Che sia benedetta e premio della sala stampa Lucio Dalla e Bardotti per il miglior testo, e la rivelazione di questa edizione, Ermal Meta, con Vietato morire, che si aggiudica anche il premio della Critica.

Il duetto virtuale tra Zucchero e Luciano Pavarotti sulle note di Miserere chiude idealmente, sul filo dell’emozione, un festival che si era aperto con l’omaggio di Tiziano Ferro a Luigi Tenco.

La standing ovation del pubblico e la commozione sul volto del bluesman – per la prima volta superospite ‘internazionale’, a far pace con un evento che non l’ha mai premiato – suggellano una performance destinata a restare nella storia di questa edizione.

A segnare la finale, anche la presenza all’Ariston di Maurizio Crozza che, non più ‘protetto’ dal videocollegamento, fa irruzione in teatro e ha dei nei panni del senatore Antonio Razzi, una delle sue maschere cult. Torna anche Geppi Cucciari che scuote il festival schierandosi con la sindaca di Roma Virginia Raggi contro il titolo sessista di Libero (“Je suis patata bollente”) e invocando la verità sul caso Regeni (“Dopo un anno non abbiamo ancora capito perché è morto”).

L’Ariston balla con Alvaro Soler e accoglie anche Rita Pavone, premiata per una carriera più che cinquantennale, che canta ‘Cuore’, ed Enrico Montesano, che rievoca i tempi in cui si tornava a casa dal lavoro per seguire il festival e cantare, “mentre oggi se canta poco perché non c’è più lavoro”.

Toccante, nel prologo della serata, l’esibizione dei Ladri di carrozzelle, la band nata 28 anni fa e formata da giovani con diverse abilità, che dedicano l’inno ‘Stravedo per la vita’ all’ex componente Piero Petrullo, suicida pochi giorni fa.

E’ tempo dei saluti finali. Carlo Conti fa ‘I migliori anni’ ed elenca gli ‘io che’. “Io che Maria e Carlo, Carlo e Maria, io che non posso più fare due passi perché tutti mi chiedono il portachiavi… Io che sono figlio unico, finalmente ho trovato una sorella”. Risponde Maria: “Grazie, anche per me sei un fratello, ti voglio bene. E voglio ringraziare la Rai: ho scoperto che in un’azienda di Stato lavorano tanti professionisti e con tanta vera professionalità”.

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