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Save the Children, 93 mila vittime dei conflitti in 10 anni

Circa 160 milioni di bambini vivono in una zona ad alta intensità di conflitto. KEYSTONE/AP/NAMVULA RENNIE sda-ats

(Keystone-ATS) Un totale di 93’236 minori sono stati uccisi o mutilati nei conflitti negli ultimi 10 anni. Ciò significa che ogni giorno in media sono morti o rimasti feriti 25 bambini, l’equivalente di un’aula piena di alunni.

Lo denuncia Save the Children nel rapporto “Killed and Maimed: A Generation Of Violations Against Children In Conflict”, diffuso oggi in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia.

Sono 426 milioni i bambini che vivono in un’area colpita dal conflitto, in leggero aumento rispetto all’anno precedente, spiega l’organizzazione. Circa 160 milioni di bambini vivono in una zona ad alta intensità di conflitto, anche questo dato è in aumento rispetto all’anno precedente.

Siria, Somalia, Afghanistan, Yemen, Nigeria, RDC, Mali, Repubblica centrafricana, Iraq, Sud Sudan e Sudan sono i Paesi più pericolosi per i bambini in conflitto. Più di 3 milioni di bambini sono cresciuti senza conoscere la pace in un’area in cui la violenza infuriava da almeno 18 anni, mentre il numero di minori reclutati dalle forze armate è aumentato dai 639 nel 2018 ai 7845 nel 2019.

Sono stati trovati oltre 3100 bambini reclutati nella sola Repubblica Democratica del Congo, più di 4400 volte alle organizzazioni umanitarie è stato negato l’accesso ai bambini, sei volte più spesso rispetto al 2018.

Nell’ultimo decennio si sono verificate più di 200’000 violazioni di questo tipo. Il record è stato tristemente battuto nel 2019, durante il quale sono state commesse 26’233 gravi violazioni. È probabile che il numero effettivo sia ancora più alto poiché alcune, in particolare l’abuso sessuale, sono gravemente sottostimate.

“Questo fine settimana i leader dei Paesi più ricchi e potenti del mondo si riuniscono a Riad, in Arabia Saudita, per il vertice del G20. A poca distanza, milioni di bambini vulnerabili nello Yemen non sanno da dove proverrà il loro prossimo pasto o se sopravviveranno al prossimo attacco aereo o bombardamento. Questa è l’opportunità per i leader mondiali di usare la loro influenza e la loro voce per fare la scelta giusta e fermare la guerra ai bambini”, ha dichiarato Inger Ashing, direttore generale di Save the Children.

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