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Schianto a Teheran: esperto svizzero, non è stato un missile

I resti di uno dei motori dell'aereo ucraino precipitato mercoledì. KEYSTONE/EPA/AT LB sda-ats

(Keystone-ATS) Il Boeing 737 della Ukraine International Airlines, schiantatosi mercoledì poco dopo il decollo da Teheran uccidendo tutte le 176 persone a bordo, non è stato abbattuto da un missile. È il parere di Ronan Hubert, esperto svizzero di incidenti aerei.

L’opinione dello specialista, fornita oggi a Le Temps, è discordante dalla versione ufficiale dei fatti esposta dal premier canadese Justin Trudeau.

Stando a quanto detto ieri da Trudeau, direttamente interessato in quanto 63 passeggeri erano suoi connazionali, il volo 752 non è precipitato per un problema tecnico, bensì è stato colpito per errore da un missile iraniano. Una ricostruzione avanzata pure dalle autorità di Kiev, rilanciata da fonti di intelligence americane e irachene e non esclusa neanche dal presidente statunitense Donald Trump. Tali voci sono invece state smentite seccamente da Teheran.

Per Hubert, l’ipotesi che un razzo abbia centrato l’aereo non è verosimile. Se ciò fosse accaduto, spiega lo specialista in un’intervista concessa al giornale romando, il velivolo sarebbe esploso in quota. Stesso discorso se a bordo fosse stata piazzata una bomba.

L’esperto sottolinea che un video amatoriale permette di vedere il Boeing restare intatto fino all’impatto col suolo. Inoltre, nessun pezzo sarebbe stato ritrovato fuori dalla zona dello schianto, cosa inevitabile se un missile avesse colpito l’apparecchio.

La contraerea di Teheran quella notte era in allerta per eventuali reazioni agli attacchi compiuti contro obiettivi americani. Non si tratterebbe del primo abbattimento per errore di un aereo civile in zone ad alta tensione. Il caso più eclatante negli ultimi anni è quello del Boeing 777 della Malaysia Airlines, distrutto nel 2014 da un missile terra-aria mentre sorvolava l’est dell’Ucraina. Le vittime furono 298.

Hubert è scettico anche riguardo alle restanti ipotesi che potrebbero spiegare la tragedia. A suo dire, un errore umano è poco probabile, in quanto le condizioni meteo erano buone e l’equipaggio, formato da tre piloti, aveva molta esperienza su questo modello di aereo.

Resta dunque la pista di un difetto tecnico, ma Hubert non è convinto: “Benché possibile, è difficile immaginarla per un velivolo in servizio da soli tre anni”. La compagnia vanta per altro un solido curriculum in materia di sicurezza: si tratta del primo incidente dalla sua fondazione nel 1992.

L’esperto invita poi a prendere con le pinze ogni commento che circola sul web, dove ognuno può dire la sua nascosto “dietro a uno pseudonimo”. Bisogna aspettare l’inchiesta, che sarà complessa ed è appena iniziata, mette in guardia il ginevrino.

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