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SECO, libera circolazione, impatto più forte in Ticino

SECO, libera circolazione, impatto più forte in Ticino (foto simbolica d'archivio). KEYSTONE/TI-PRESS/FRANCESCA AGOSTA sda-ats

(Keystone-ATS) L’evoluzione demografica legata alla libera circolazione delle persone, come anche il suo impatto sul mercato del lavoro, non sono stati uniformi in tutta la Svizzera, specie nelle regioni di frontiera come il Ticino.

Lo indica il rapporto in merito pubblicato oggi dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO).

Tassi di immigrazione superiori alla media si sono registrati nei grandi centri economici (Ginevra, Vaud, Basilea, Zugo, Zurigo), ma anche nei cantoni a forte vocazione turistica come il Vallese, i Grigioni e il Ticino.

Frontalieri importanti per crescita

In quest’ultimo cantone, come a Ginevra, si è assistito a una sensibile progressione dei frontalieri tra il 2002 e il 2016. L’anno scorso, Ginevra ne accoglieva 86’300, ossia il 27% del totale registrato in Svizzera, e il Ticino 64’300 (20%). Rispetto all’impiego, il Ticino guida la classifica col 28% del totale degli attivi, seguito da Ginevra (25%).

Il Ticino è in testa anche alla classifica per il numero di persone sottoposte all’obbligo di notifica – distaccati, assunzioni di impiego e padroncini – con una parte dell’1,2% dell’impiego.

La progressione dei frontalieri sia in Ticino, che nella regione del Lemano, ha svolto un ruolo importante nella crescita dell’impiego tra il 2002 e il 2016. Quasi i due terzi dell’aumento in Ticino è imputabile ai frontalieri (40% nella regione lemanica). È “unicamente” grazie all’impiego dei frontalieri che queste due regioni hanno registrato una crescita molto dinamica, superiore alla media. Tuttavia, tra il 2002 e il 2016 anche la disoccupazione in queste due regioni è risultata superiore alla media.

Progressione salari, inferiore in regioni a forte immigrazione

Per quanto attiene ai salari, nel 2014 il Ticino registrava il livello più basso con una remunerazione lorda mensile media di 6100 franchi a fronte dei 7900 franchi di Zurigo. Tra il 2002 e il 2014 la progressione dei salari è stata in media dell’1% in Ticino e nella regione di Zurigo rispetto all’1,5% nell’Espace Mittelland.

Tenendo conto delle remunerazioni di ogni categoria di soggiorno, risulta che nelle regioni con un tasso importante di frontalieri o di immigrazione (Zurigo, Ticino e regione del Lemano), si registra una crescita salariale leggermente più bassa rispetto ai cantoni della Svizzera centrale.

Tenendo conto solo della popolazione indigena in Ticino (svizzeri e stranieri con permesso C) la progressione annuale media dei salari è stata dell’1,3%, giudicata “solida” dalla SECO.

Frontalieri esercitano pressione sui salari

Tuttavia, il documento della SECO mette in evidenza come il livello salariale dei frontalieri sia in media inferiore rispetto a quelli della popolazione residente. È in Ticino che lo scarto è maggiore in assoluto (-25,6%).

Secondo la SECO, la forte presenza dell’impiego frontaliero in Ticino, ma anche nell’arco giurassiano, esercita “una certa pressione sui salari della manodopera residente”. Ciò significa, stando al rapporto, quanto sia importante applicare le misure di accompagnamento alla libera circolazione in maniera diversificata a seconda delle regioni.

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