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Seco: PIL crescerà dell’1,2% quest’anno, +1,7% nel 2020

La Bahnhofstrasse a Zurigo KEYSTONE/WALTER BIERI sda-ats

(Keystone-ATS) La Segreteria di Stato dell’economia (Seco) rimane prudente riguardo all’andamento della crescita in Svizzera: prevede un aumento del prodotto interno lordo (PIL) dell’1,2% nel 2019 e dell’1,7% nel 2020.

Il rallentamento dell’economia mondiale, afferma la Seco, sta frenando il commercio estero svizzero.

Nelle sue previsioni congiunturali pubblicate oggi, la Seco mantiene in larga misura invariati i suoi precedenti pronostici, pubblicati a marzo, che indicavano un’espansione dell’1,1% per l’anno in corso e dell’1,7% per il prossimo anno. Le rivedute aspettative sono in linea con quelle di altri istituti ed economisti.

“Le prospettive restano fosche e l’incertezza rimane”, osserva il gruppo di esperti della Confederazione. La crescita è “morbida” e la domanda di prodotti svizzeri si sta indebolendo, rallentando le esportazioni, in un contesto di raffreddamento economico internazionale.

Gli investimenti delle imprese sono frenati dalla diminuzione dell’utilizzo della capacità produttiva. Per quanto riguarda le costruzioni, le prospettive appaiono modeste a causa dell’aumento del tasso di abitazioni vacanti e della diminuzione del rilascio di licenze edilizie.

La disoccupazione rimane comunque bassa (2,4%) e l’occupazione continua a crescere, anche se meno vigorosamente che nel 2018. I salari potrebbero salire leggermente, in un contesto di inflazione moderata. Il consumo privato si sta riprendendo.

Rischi nel settore immobiliare

La crescita dovrebbe essere più forte nel 2020, a condizione che il conflitto commerciale internazionale non si aggravi. Gli investimenti potrebbero quindi ripartire. La disoccupazione l’anno prossimo è attesa al 2,6%.

Il contesto internazionale continua ad essere segnato dalla disputa sino-americana. Il commercio estero cinese evidenzia un’evoluzione poco rallegrante, afferma la Seco. Se la situazione dovesse peggiorare, ci si deve aspettare un forte rallentamento dell’economia mondiale e, di conseguenza, dell’economia svizzera, soprattutto se l’UE e la Germania dovessero essere colpite duramente. “Un eventuale accordo sui punti importanti della controversia commerciale darebbe invece un impulso all’economia, sia in Svizzera che all’estero”.

In Europa prevale l’incertezza politica, anche nei negoziati sull’accordo quadro tra la Svizzera e l’UE. Pure il settore immobiliare desta preoccupazioni: in questo settore rimane il rischio di una grave correzione, sottolinea ancora la Seco.

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