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Siemens sopprime 150 impieghi a Zugo

(Keystone-ATS) Siemens ha deciso di delocalizzare all’estero singole linee di produzione della divisione Building Technologies con sede a Zugo a causa della forza del franco. Lo annuncia il gruppo in una comunicato odierno, aggiungendo che perderanno il posto 150 dipendenti su 500.

Secondo Matthias Rebellius, direttore della divisione attiva nelle tecniche di costruzione, queste misure sono indispensabili per garantire la sopravvivenza del sito. “Il recente apprezzamento del franco ha gravemente pesato sulla nostra competitività. (…) Siamo costretti ad agire perché una grande parte della nostra creazione di valore globale avviene in Svizzera”, afferma nella nota.

La produzione deve pertanto essere spostata nelle regioni di vendita, “in modo da essere più indipendenti dalle oscillazioni dei cambi”. Bisogna inoltre sfruttare il vantaggio dei paesi con costi salariali più bassi. La più importante misura prevista è il trasferimento di circa il 30% del volume di produzione zughese verso altri stabilimenti di Siemens e ditte esterne. La delocalizzazione dovrebbe iniziare nel gennaio 2016 e concludersi alla fine dello stesso anno.

Il gruppo ritiene di poter in parte ridurre gli effettivi attraverso la diminuzione del numero dei lavoratori temporanei, la fluttuazione naturale e pensionamenti anticipati. Non sarà tuttavia possibile evitare licenziamenti.

Siemens intende comunque restare fedele a Zugo quale centro di competenza globale. Per questo motivo conferma anche i piani di costruzione della nuova sede centrale. Entro il 2018 saranno pronti, oltre al nuovo stabile amministrativo, un edificio per lo sviluppo e la produzione.

Per far fronte all’invigorimento del franco, Siemens Building Technologies aveva già portato, a partire dal 1. aprile, la settimana lavorativa da 40 a 45 ore. Nella Confederazione la divisione dà lavoro a 1’900 persone. Complessivamente Siemens Svizzera conta 3’100 dipendenti.

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