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Sindacati chiedono intervento deciso contro rafforzamento franco

(Keystone-ATS) BERNA – L’Unione sindacale svizzera (USS) chiede alla Banca nazionale (BNS) di lottare con determinazione contro “un franco esageratamente forte”. Se l’apprezzamento non è combattuto rapidamente, le conseguenze saranno gravi e durature, hanno rilevato rappresentanti dell’USS.
“Con un tasso di cambio dell’euro costantemente inferiore a 1,30 franchi, la situazione diventa drammatica”, ha dichiarato in una conferenza stampa tenuta oggi a Berna Paul Rechsteiner, presidente dell’USS, aggiungendo che la preoccupazione presso le imprese è ormai generalizzata. Rechsteiner ha rammentato che l’Unione europea assorbe il 60% dell’export elvetico. Anche il settore turistico ne soffre.
Si stanno moltiplicano i trasferimenti nell’UE di società svizzere. Si aggiungono abusi, ad esempio da parte di imprese che vogliono retribuire il personale in euro o assumere frontalieri a salari inferiori. Si tratta di casi che violano chiaramente le misure di accompagnamento degli accordi bilaterali, ha sottolineato il presidente dell’USS.
Se la forza del franco dovesse persistere, tutta l’economia sarebbe pregiudicata, con gravi conseguenze come la perdita di molti posti di lavoro e la minaccia di una deflazione, ha avvertito Rechsteiner.
Rispetto alle altre divise, il franco, ponderato a seconda delle esportazioni, è rincarato di quasi il 10% dall’inizio del 2009, ha osservato Daniel Lampart. Secondo il capo economista dell’USS, sarebbe opportuno un tasso di cambio euro-franco compreso tra 1,45 e 1,50 franchi.
La BNS – indica l’USS – deve contrastare tale evoluzione allarmante con decisione, come è avvenuto durante la crisi finanziaria. In primo luogo occorrerà intervenire direttamente sui mercati dei cambi. Per Lampart, la banca centrale dovrà darsi un obiettivo chiaro e difenderlo con vigore. Dal canto suo la BNS, che domani renderà nota la propria analisi della situazione, non ha voluto commentare le richieste dell’USS.
La confederazione sindacale preconizza anche un’imposta sulle transazioni finanziarie: una tale tassa ridurrebbe sensibilmente i guadagni nelle operazioni speculative a breve termine.

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