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Sindacato Unia chiede CCL per più tutela per le badanti

Visto che il modello della Confederazione per il contratto di lavoro delle badanti è applicato poco o parzialmente, il sindacato Unia chiede che il personale domestico sia subito sottoposto a un Contratto collettivo di lavoro settoriale. KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) Solo due Cantoni attuano le disposizioni della Confederazione per il contratto di lavoro delle badanti. Vista la situazione, il sindacato Unia chiede quindi che il personale domestico sia subito sottoposto a un Contratto collettivo di lavoro (CCL) settoriale.

Per tutelare le donne che assistono persone anziane a domicilio 24 ore su 24, nel giugno del 2018 la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) aveva pubblicato un modello di Contratto normale di lavoro (CNL) che stabilisce gli standard minimi che i Cantoni dovrebbero adottare. Il problema principale è il tempo di presenza, durante il quale i dipendenti – quasi esclusivamente donne – devono rendersi disponibili ma non è calcolato come lavoro.

In un comunicato odierno Unia riferisce di aver chiesto alla SECO informazioni e di aver fatto il punto della situazione. Solo due Cantoni danno il buon esempio. Dodici hanno previsto di mettere in vigore entro l’inizio del 2020 un CNL cantonale riveduto, ma si ha motivo di temere che recepiscano solo in parte le disposizioni della Confederazione, scrive Unia.

Non è chiaro – aggiunge – se altri dieci Cantoni applicheranno presto il modello di CNL. Due hanno dichiarato di disporre già di un CNL adeguato, ma da un esame più attento emerge che non sono comprese le prescrizioni della Confederazione in materia di assistenza 24 ore su 24.

I Cantoni – spiega il sindacato – non sono obbligati a seguire le prescrizioni del Consiglio federale, e laddove le disposizioni dei CNL cantonali vengano effettivamente recepite possono essere aggirate con facilità tramite contratti individuali di lavoro. Non esistono meccanismi di controllo e i salari minimi del personale domestico validi anche per le badanti sono più bassi rispetto a quelli di rami professionali paragonabili.

Le persone occupate in questo ramo meritano la stessa protezione garantita agli altri lavoratori, con salari adeguati e condizioni di lavoro regolamentate. Negare alle badanti condizioni lavorative corrette e chiaramente disciplinate significa discriminare ancora una volta le donne, nota Unia. In questo contesto è quindi essenziale un CCL settoriale che garantisca una regolamentazione adeguata e controlli efficaci.

Tante badanti lavorano ininterrottamente per varie settimane garantendo una disponibilità totale diurna e notturna in cambio di un salario da fame. Si tratta di condizioni paragonabili a una moderna schiavitù, scrive Unia. Le conseguenze in termini di salute sono gravi: sfinimento, malattie e depressione, sottolinea il sindacato.

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