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Siria: accordo senato Usa, bozza attacco è pronta

(Keystone-ATS) L’opzione militare sulla Siria si avvicina: la Commissione esteri del Senato degli Stati Uniti ha trovato un accordo su una bozza di risoluzione che autorizza un attacco militare, fissando un limite massimo di 90 giorni. E mentre Barack Obama, arriva in Svezia alla vigilia del vertice del G20 di San Pietroburgo sul quale la crisi siriana aleggia pesantemente, da Mosca il presidente russo, Vladimir Putin, lancia un nuovo monito: un eventuale sì russo in Consiglio di sicurezza a un’operazione militare è ipotizzabile – dice – solo se gli ispettori dell’Onu presenteranno prove inconfutabili sulla colpevolezza del regime nell’uso di gas letali; qualunque opzione fuori dal quadro dell’Onu sarà invece considerata da Mosca una “aggressione”. Stamani intanto è stato segnalato l’avvicinamento di un incrociatore russo nel Mediterraneo.

“Ci convincerà solo uno studio molto dettagliato e profondo del problema e la presenza di prove evidenti che dimostrino chi ha usato l’arma e con quali mezzi”, ha dichiarato Putin in un’ intervista al primo canale della tv statale russa e all’agenzia Ap.

In ogni caso “la Russia non ha intenzione di intervenire e non interverrà mai in nessun conflitto all’estero”, ha precisato il leader del Cremlino, sottolineando che “in conformità con il diritto internazionale vigente” l’autorizzazione all’uso di armi contro uno stato sovrano “può essere data solo dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu”, altrimenti si tratterebbe di un “atto di aggressione” che Mosca giudicherebbe “inaccettabile”.

Intanto Obama è volato a Stoccolma, dove terrà una conferenza stampa assieme al premier svedese Fredrik Reinfeldt, dopo aver incassato una prima, importante cambiale politica: il primo via libera in senato sull’intervento.

Che però pianta dei paletti molto precisi: un limite temporale di 60 giorni per condurre i raid aerei, più altri 30 a discrezione del presidente, per totali 90, previo via libera del Congresso, oltre all’assicurazione che non ci saranno “boots on the ground”, cioè non saranno impiegate forze di terra.

Ad accordarsi sulla bozza di risoluzione sono stati il presidente democratico della commissione Esteri, Bob Menendez, e il leader dei repubblicani, Bob Corker. Se il testo sarà approvato andrà in aula dopo il 9 settembre, finita la pausa estiva.

Nel frattempo la Francia affronta a sua volta, dopo il “no” dei Comuni a David Cameron e la decisione di Obama di interpellare il Congresso, un dibattito in Parlamento (ma senza voto) sulla volontà del presidente Francois Hollande di punire la Siria. Lo stesso Hollande ha frattanto assicurato che “la Francia non andrà da sola”: la sua azione dipenderà da cosa deciderà il Congresso degli Stati Uniti.

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