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Siria: fatwa, ragazze tunisine schiave sesso per 2 ore per insorti

Questo contenuto è stato pubblicato il 18 giugno 2013 - 19:26
(Keystone-ATS)

Una fatwa che autorizza "matrimoni" di due-tre ore per tunisine che hanno meno di quattordici anni per soddisfare i bisogni degli insorti jihadisti che combattono in Siria contro i soldati di Assad. È l'ennesimo, aberrante capitolo della guerra per procura che la Tunisia, con migliaia di giovani combattenti, sta conducendo in Siria pagando un prezzo elevatissimo, in vite umane, così come in termini di rispetto della vita.

Ad emettere la fatwa è stato un controverso sceicco wahabita, Mohamed el-Arifi, provocando un moto di rabbia in larghe fasce della società tunisina (non solo quelle laiche, ma anche espressione dell'Islam moderato) che, nell'incredibile iniziativa, vedono l'ennesima conferma della penetrazione nel Paese delle correnti musulmane più ortodosse, a partire appunto dal wahabismo che ha nell'Arabia Saudita e nel Qatar i suoi principali sostenitori.

La fatwa, consentendo questi pseudo matrimoni che si esauriscono nell'arco di poche ore solo per consentire brevi incontri sessuali, di fatto, sostengono i laici tunisini, apre la "caccia" a ragazze che, abbindolate dalle promesse di facili ed immediati guadagni, si prestino a diventare "donne di piacere" per i guerriglieri anti-Assad.

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