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Siria: funerali vittime attentati diventano in proteste

(Keystone-ATS) Almeno cinque delle vittime del duplice attentato terroristico di Damasco costato ieri la vita, secondo il bilancio ufficiale, a una sessantina di persone tra civili e militari, non godranno dei funerali di Stato, annunciati per domani dalle autorità. Le loro esequie si sono invece svolte nei quartieri della capitale di cui erano originari e i cortei, a cui hanno partecipato centinaia di persone, si sono trasformati in raduni di protesta anti-regime, due dei quali sono stati dispersi con colpi di arma da fuoco dalle forze di sicurezza.

A quattro giorni dalle elezioni legislative si attendono intanto i risultati definitivi delle urne. “Mancano 2 su 15 distretti”, affermano stasera dalla commissione elettorale. Già ieri, secondo la stampa vicina al regime, il partito Baath, al potere da mezzo secolo, era indicato come vittorioso in ogni angolo della Siria nelle prime consultazioni tenutesi da quando è stato formalmente abolito il dominio dello stesso Baath.

Il tradizionale venerdì di preghiera islamica e di protesta ha riservato comunque la sua dose di repressione e violenze: il Centro di documentazione delle violazioni in Siria (Vdc, vdc-sy.org), che da circa un anno diffonde giornalmente i bilanci aggiornati e dettagliati delle vittime, riferisce i nomi di 13 uccisi, tra cui un bambino di 11 anni, uno di 14, di un ribelle e di altri dieci civili caduti tra Daraa, Homs, Idlib, Hama e i sobborghi di Damasco.

Da parte loro, i media ufficiali hanno diffuso la notizia secondo cui le forze dell’ordine di Aleppo sono riuscite oggi a sventare in extremis un nuovo “attentato terroristico”, uccidendo “un attentatore suicida” alla guida di un “pulmino rubato” carico di 1.200 chilogrammi di esplosivo. L’aspirante kamikaze ucciso oggi “non era siriano”, affermano le autorità. L’agenzia Sana ha pubblicato la foto di un uomo, col volto e il corpo insanguinato, riverso sul sedile alla guida di un minivan bianco.”Voleva farsi saltare in aria nel quartiere Shaar”, affermano le autorità.

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