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Siria: regime annuncia attacco finale Aleppo, Mosca frena

(Keystone-ATS) Le forze governative siriane intendono penetrare nella parte assediata di Aleppo fuori dal controllo del regime e “farla finita con i terroristi”. Ma Mosca frena e afferma che ad Aleppo est non si prevedono offensive di terra o nuovi raid aerei russi.

Questo mentre il Fondo internazionale d’emergenza delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) afferma di essere “estremamente” preoccupato per la sorte di circa 130’000 bambini rimasti nella parte sotto assedio dai governativi.

Sul terreno, sono proseguiti anche oggi intensi gli scontri tra i lealisti – governativi, Hezbollah libanesi e Pasdaran iraniani, sostenuti dai jet russi – e oppositori armati, appoggiati a vari gradi da sauditi e altri Paesi del Golfo. La battaglia è da lunedì concentrata nel lato sudoccidentale dell’anello governativo chiuso attorno ad Aleppo-est. Ma da 48 ore gli insorti (“i terroristi” per il regime) non riescono a sfondare.

Un noto predicatore saudita, Abdullah Mahaysini, che da anni è presente tra gli insorti nella regione tra Idlib e Aleppo, ha oggi arringato i miliziani, affermando che “non è vero che l’attacco su Aleppo è fallito vi sbagliate – ha scritto sul suo profilo Twitter rivolgendosi anche ai lealisti – perché l’attacco su Aleppo non è ancora iniziato. Aspettatevi un attacco su un asse che nemmeno potete immaginarvi”.

La guerra di propaganda continua da ambo le parti: l’ambasciatore siriano a Mosca, Riad Haddad, aveva detto stamani che “l’esercito e le forze alleate hanno circondato la città di Aleppo e intendono farla finita con i terroristi che si trovano lì”. Poco dopo era però arrivata la precisazione delle autorità russe: “Ad Aleppo non si prevedono né un’offensiva delle forze armate siriane né raid aerei dell’aviazione russa”.

Il vice ministro degli esteri russo, Serghiei Riabkov, riproponeva la versione di Mosca: “Non abbiamo altri obiettivi se non quelli di alleviare la crisi umanitaria per gli abitanti di Aleppo e creare le condizioni per ampliare il regime di cessate il fuoco”.

Secondo l’Onu, nella parte assediata da russi e governativi rimangono circa 300’000 persone con scorte di cibo e medicinali per poco meno di un mese. E come ricorda l’Unicef oggi, di questi 300’000 più di un terzo sono bambini. Sempre secondo l’Unicef, nella parte occidentale sotto controllo governativo ci sono circa 25’000 sfollati, provenienti dalle zone bombardate, che si hanno trovato rifugio in moschee, università, campus e giardini pubblici.

In quest’area, secondo i media russi e governativi siriani, si registrano diversi casi di civili uccisi e feriti da colpi di artiglieria sparati da insorti della parte orientale.

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