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Smantellamento centrali nucleari, gestori contro ordinanza

(Keystone-ATS) Alcuni gestori di centrali nucleari si rifiutano di versare più soldi nei fondi di smantellamento delle centrali e di gestione delle scorie radioattive. La nuova ordinanza in materia, che prevede un supplemento del 30% per la sicurezza, non è ancora entrata in vigore poiché sono stati inoltrati dei ricorsi, ha spiegato oggi davanti al Consiglio nazionale la ministra dell’energia Doris Leuthard.

Il testo avrebbe dovuto essere applicato dal primo gennaio di quest’anno. I gestori degli impianti nucleari avevano già manifestato la loro opposizione nel corso della procedura di consultazione.

La Confederazione intende modificare la regolamentazione poiché non vuole dover essere costretta a pagare per colmare eventuali lacune finanziarie se i gestori non dovessero essere in grado di adempiere ai loro obblighi.

Tra il 2001 e il 2011, i costi di disattivazione delle centrali e di gestione delle scorie radioattive sono infatti cresciuti rispettivamente del 4,8% e del 3,5% all’anno. Nel contempo, i rendimenti attesi sui mercati finanziari sono diminuiti.

La revisione dell’ordinanza prevede un abbassamento del tasso di reddito del capitale dal 5% al 3,5% e del rincaro dal 3% all’1,5%. Introduce inoltre un supplemento di sicurezza forfettario pari al 30% dei costi di disattivazione e di smaltimento calcolati.

Nel frattempo, il Dipartimento federale dell’energia (DATEC) ha reso noto oggi di aver posto in consultazione fino all’8 maggio un’altra modifica all’ordinanza, che risponde alle critiche emesse in novembre dal Controllo federale delle finanze. Quest’ultimo riteneva che i gestori avessero troppa influenza sui fondi di smantellamento delle centrali e di gestione delle scorie.

Per eliminare gli intrecci fra l’autorità di vigilanza e gli organi dei fondi, i collaboratori del DATEC, dell’Ufficio federale dell’energia (UFE) e dell’Ispettorato federale della sicurezza nucleare (IFSN) non dovrebbero più poter diventare membri della commissione, dei comitati o dei gruppi specializzati, si legge in una nota.

Il Consiglio federale e il DATEC dovrebbero inoltre disporre di strumenti di controllo più incisivi per correggere anomalie nella gestione e nell’amministrazione dei fondi. Il DATEC, d’intesa con il Dipartimento federale delle finanze (DFF), dovrebbe inoltre poter modificare il reddito del capitale, il tasso di rincaro e il supplemento di sicurezza.

Infine, l’ordinanza, che dovrebbe entrare in vigore il primo gennaio del 2016, prevede un adeguamento della prassi finora adottata per l’allestimento, da parte degli esercenti, degli studi sui costi e per la loro successiva verifica.

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