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SO: cartiera Biberist sarà chiusa, 550 perdono posto

(Keystone-ATS) La cartiera di Biberist chiuderà definitivamente i battenti alla fine di agosto: circa 550 dipendenti perderanno il posto di lavoro. Lo ha annunciato nel pomeriggio il proprietario degli stabilimenti, la filiale elvetica del gruppo sudafricano Sappi, precisando che – nonostante intensi sforzi – non è stato possibile trovare investitori in grado di garantire la sopravvivenza dell’impresa.

Per 134 operai le lettere di licenziamento erano già partite in maggio e nel frattempo la direzione e i sindacati si sono accordati su un piano sociale.

Il presidente del consiglio di amministrazione di Sappi Europe, Berry Wiersum, ha sottolineato che i vertici sia locali che mondiali del gruppo hanno fatto tutto il possibile per agevolare la vendita. Purtroppo però l’interesse di diverse aziende del ramo che si sono fatte avanti nelle ultime settimane è stato di breve durata, ha detto.

Con dieci potenziali acquirenti sono state anche condotte discussioni concrete. Alcuni hanno ritenuto l’investimento troppo rischioso, mentre un interessato ha posto condizioni che Sappi non poteva onorare: questo investitore ha abbandonato il progetto ieri, all’ultimo minuto, dopo aver chiesto a Sappi “molto più di 10 milioni di franchi”.

Vista la situazione si trattava di agire al più presto perché il mantenimento della produzione costa soldi che mancano poi per il piano sociale, ha precisato Wiersum. Le condizioni di mercato nel settore sono “terribili”, ha aggiunto: il costo dell’energia e della materia prima è elevato, l’impresa non aveva altra scelta. Il volume di produzione di Biberist sarà rilevato da altre fabbriche Sappi europee.

“Un giornata nera per Biberist, un giorno triste per tutti”, ha commentato il sindaco della località, Martin Blaser. Per il comune è un brutto colpo: l’azienda era presente sul posto da 150 anni e con la sua chiusura se ne va quindi anche un po’ di tradizione.

Da parte sua Unia in un comunicato accusa la direzione di aver applicato la tattica del salame, tagliando l’organico una fetta per volta per dividere le maestranze. Il sindacato ritiene inoltre che siano state violate tutte le regole contrattuali e del partenariato sociale. Invita inoltre le autorità cantonali ad attivarsi per trovare un nuovo utilizzo industriale dell’area di 23 ettari attualmente occupata dalla fabbrica.

Nell’aprile del 2010, la fabbrica aveva già soppresso 48 impieghi ed aveva fatto ricorso al lavoro ridotto. Sempre nel canton Soletta, nel 2008 era stata chiusa un’altra cartiera: i licenziamenti erano stati oltre quattrocento.

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